Il ministero dello Sviluppo economico tiene a precisare che non è “una misura di sostegno al mercato”, ma “ha finalità espressamente ambientali e punta allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso la diffusione di flotte pubbliche e private, con particolare riguardo all’ambito urbano, nonché l’acquisto di veicoli a basse emissioni complessive” la cui abbreviazione, che capeggia in bella vista sul sito ministeriale dedicato, è “BEC”.
Quanto agli aiuti, metà delle risorse sono destinate ai privati, che non hanno obbligo di rottamazione; il restante 50% è dedicato alle imprese, ai noleggi, ai taxi, dietro rottamazione di un veicolo “obsoleto”. Per i privati, i contributi sono destinati all’acquisto di veicoli con emissioni di CO2 inferiori ai 95 g/km (una parte, il 15% del totale, è riservata a quelli che emettono meno di 50 g/km, dunque elettriche e ibride plug-in), mentre per le aziende si può arrivare fino ad un massimo di 120 g/km.
Lo Stato contribuisce al 20% del costo complessivo del veicolo, imposte escluse e al netto di altri sconti del venditore, fino a un massimo di 5.000 euro per i veicoli che emettono meno di 50 g/km di CO2, 4.000 euro per quelli con emissione comprese fra 51 e 95 g/km di CO2 e 2.000 per quelli acquistati dalla aziende ed emissioni comprese fra 96 e 120 g/km. Nel 2015, il contributo scenderà al 15% e i tetti massimi rispettivamente a 3.500, 3.000 e 1.800 euro.
I contributi potranno essere prenotati dal venditore a partire dal 6 maggio, al momento della sottoscrizione del contratto. L’incentivo sarà corrisposto dal venditore con la compensazione con il prezzo di acquisto: l’acquirente, insomma, vedrà l’ecoincentivo come un vero e proprio “sconto” sull’importo da pagare al concessionario. È bene tenere a mente che i contributi saranno erogati fino all’esaurimento del fondo.
Sebbene quest’anno la cifra stanziata per i privati sia notevolmente cresciuta rispetto all’anno scorso, bisogna tenere presente che 31,7 milioni disponibili per i privati rappresentano il contributo per qualche migliaio di veicoli. Per le vetture nella fascia di emissioni 51-95 g/km, che saranno di gran lunga le più richieste, sono disponibili 22,19 milioni di euro, pari a poco più di 5.500 contributi da 4.000 euro. Meglio andrà a chi decide di acquistare un’auto che emetta meno di 50 g/km di CO2, quindi un’elettrica o un’ibrida plug-in: in questo caso, i 9,51 milioni di euro soddisferanno circa 1.900 acquirenti, ma le richieste saranno presumibilmente poco numerose.
Qualche nota da tenere a mente per chi volesse approfittare degli ecoincentivi 2014:
– gli incentivi valgono solo per l’acquisto di veicoli nuovi (non valgono dunque né i veicoli usati né i “km zero”);
– gli incentivi valgono per automobili, ciclomotori, motocicli, quadricicli, veicoli commerciali leggeri;
– i veicoli incentivati possono essere elettrici, ibridi, bi-fuel benzina-Gpl, bi-fuel benzina-metano/biometano, ma pure alimentabili con biocombustibili o idrogeno (queste due ultime categorie non sono attualmente in commercio in Italia);
– per quanto riguarda i veicoli bi-fuel benzina-gas, gli incentivi valgono solo per i veicoli che nascono in fabbrica con la doppia alimentazione, non per quelli su cui l’impianto a gas è installato successivamente;
– è il concessionario che si occupa di tutta la pratica, a partire dalla richiesta dell’incentivo. Per prenotare il contributo, il venditore deve essersi registrato sul sito www.bec.mise.gov.it.
– i fondi stanziati sono a esaurimento, dunque è importante che il venditore si accerti attraverso il sistema informatico del ministero che il contributo sia disponibile al momento della prenotazione.
Tutti i dettagli sugli ecoincentivi 2014 si trovano sul sito dedicato dal ministero dello Sviluppo economico: www.bec.mise.gov.it.
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