Il cinema, all’interno delle scuole, può quindi offrire un diverso approccio ai soggetti astratti e lontani che sembrano essere quelli trattati dai libri di testo. Un nuovo modo per studiare e per sviluppare la propria coscienza critica attraverso il dialogo e il confronto con idee diverse e a volte discrepanti attorno ad uno stesso soggetto. Guardare anche solo qualche spezzone e poi commentarlo assieme diventa un metodo nuovo di analizzare la realtà, riuscendo ad estrapolare il significato intrinseco degli avvenimenti che vediamo susseguirsi sullo schermo senza lasciarci influenzare dalla successione veloce delle immagini.
La trasposizione cinematografica dei grandi capolavori della letteratura può inoltre diventare un’efficace maniera, oltre che di sviluppo di una coscienza critica in noi ragazzi, anche di riavvicinamento alla lettura, attività di cui fra i miei coetanei si sente molto la mancanza. Vedere sui visi dei personaggi le espressioni dei sentimenti provoca una profonda immedesimazione e curiosità nei loro confronti che spinge a ricercarne l’essenza più intima attraverso le pagine dei libri che, con le loro descrizioni, portano questa conoscenza ad uno stadio sensibilmente più profondo ed intimo, insegnando il confronto con realtà molteplici, che molte volte ci sarebbe impossibile raggiungere in altro modo.
Il cinema, oltre che affascinare tramite le storie fantastiche che ormai fanno parte dell’immaginario collettivo, si pone anche come specchio della storia e della realtà rappresentando i più grandi problemi dei nostri giorni. Parlo di film denuncia come “The Hurt Locker” sulla guerra in Iraq, o “I cento passi” e il più recente “La mafia uccide solo d’estate” sulla malavita italiana, film che parlano di grandi tragedie e ne portano alla luce aspetti che altrimenti non si sarebbe riusciti a cogliere.
Un esempio pratico dell’importanza e del tipo d’esperienze che si possono avere tramite azioni banali, come la visione di un film, posso riportarlo in quanto studente della Consulta Provinciale di Salerno. L’anno scorso, infatti, i rappresentanti maggiorenni della Consulta hanno avuto la possibilità di visitare la Casa Circondariale di Salerno e, tramite la visione del film “Certi Bambini” e il dibattito che ne è scaturito, instaurare un dialogo e un confronto con i carcerati ospitti della struttura, aprendo gli occhi su realtà che altrimenti sarebbero loro rimaste sconosciute. Troppo piccola per partecipare, ho visto sui loro volti e ascoltato nelle loro parole le impressioni e le profonde riflessioni che quest’esperienza ha suscitato, avviando un percorso di crescita personale che difficilmente sarebbero riusciti ad avviare da soli.
Introdurre il cinema fra i banchi di scuola diverrebbe quindi un modo di vivere esperienze nuove, svegliare le coscienze e avvicinare generazioni attraverso sentimenti comuni suscitati dagli avvenimenti che si
succedono sugli schermi.
Enrica Salurso
Consulta Provinciale degli Studenti di Salerno
Commissione Ambiente e Legalità
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