La Spagna e’ una delle destinazioni privilegiate anche perche’ adotta una legge che consente la fecondazione assistita per le donne single, l’ovodonazione, l’embrio-donazione, nonchè l’anonimato dei donatori. In seconda posizione si colloca la Svizzera, con un flusso di circa 630 italiani sempre nel 2011. La Repubblica Ceca e’ il terzo paese più frequentato dalle coppie italiane. Considerando che, complessivamente, le coppie protagoniste del cosiddetto ‘turismo procreativo’ sono almeno 4000, sono due su tre quelle che per tentare la fecondazione eterologa si rivolgono dunque a centri di procreazione stranieri. I costi dipendono dalle attrezzature e dall’assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2.500-3.000 euro dell’Ucraina ai 7.000- 8.000 della Spagna. Secondo le stime, nel nostro Paese i bambini nati da fecondazione eterologa – prima che questa fosse vietata con la legge 40 del 2004 (divieto dichiarato poi incostituzionale dalla Consulta con la sentenza dello scorso 9 aprile) – sono qualche migliaio. ”Se almeno la meta’ delle coppie che vanno all’estero lo fa per ottenere i trattamenti per l’eterologa – conclude Borini – il restante 50% prende tale decisione perche’ ritiene i centri esteri di eccellenza, ma anche perche’ in vari casi ignora la possibilità di poter effettuare gli stessi trattamenti anche in Italia, come ad esempio la crioconservazione degli embrioni per effetto del pronunciamento della Consulta nel 2009”.
Fonte: ANSA