Artista generoso nel suo essere “maestro d’arte”, Nicola Tota sarà raccontato, da questo viaggio fatto di immagini, sia come uomo che come pittore. “Ricordare il proprio padre così, semplicemente, perché in ciascuna di queste tele, in ciascuna di queste opere c’è un pezzo di lui che vive ed un pezzo di noi che guarda” è quanto scrivono i figli, Enzo ed Anna Maria Tota, nel testo di presentazione della mostra. Carmine Tavarone, storico dell’Arte, invece, fa partire il suo scritto dall’opera più amata da Nicola Tota, il ritratto di Anna Maria, allora sedicenne (era il 1969) per prendere a prestito proprio le parole dell’artista: “…lavorai per ore, per cogliere e catturare non tanto e non solo le sue espressioni somatiche, ma la dolcezza di quella danzatrice”.
E’ Ermanno Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Salerno, a ricordare – quasi a comporre una mappa urbana dell’arte di Nicola Tota – i luoghi salernitani che ospitarono i suoi ateliers artistici dalla metà degli anni ’60 agli anni ’80, negli spazi terranei del Teatro Verdi prima e in vicolo Lavinia poi. E lo fa con gli occhi dell’allievo. La mostra, che rimarrà in esposizione fino al 10 maggio, potrà essere visitata nei giorni feriali dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 18 alle 21 e la domenica alle 10.30 alle 13.30.