“A Napoli tornerò presto. Venti ultrà che inneggiano a ‘Genny ‘a carogna’ non rappresentano una città. Ci sono tante persone perbene, tanti disoccupati e pensionati che anche a Napoli hanno firmato per il nostro referendum per cancellare la legge Fornero, che vogliono liberarsi dall’euro e fermare l’immigrazione clandestina. La Lega lavora per loro, non per una manciata di violenti”. Lo dichiara Matteo Salvini, segretario della Lega Nord dopo la violenta contestazione accaduta questa mattina nella cittadina partenopea.
Gazebo smantellato dai militanti e niente comizio in piazza: la campagna elettorale della Lega nord è finita così, nel cuore di Napoli. Con insulti rivolti al leader Salvini, che è andato via senza tenere il previsto intervento in piazza Carlo III, ma anche agli attivisti presenti in piazza Carlo III nonché ai candidati come Antonio Coppola. “Io sono napoletano e qui parliamo di un progetto, il no all’euro, non di insulti”, ha provato a spiegare ai contestatori il candidato Coppola. Ma le proteste hanno avuto la meglio e, alla fine, via dalla piazza anche per lui. Prima di giungere a Napoli Salvini era stato a Salerno, in un’atmosfera decisamente meno tesa. Il segretario della Lega, in piazza Portanova, aveva firmato per i referendum promossi dal suo partito ed aveva risposto ai giornalisti. In tre-quattro gli hanno urlato contro frasi di contestazione, da lontano, ma senza creare particolari problemi. Sollecitato dai cronisti sulla città di Salerno ha detto: “E’ una città stupenda e ben amministrata”.
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