Site icon Salernonotizie.it

Lotito sui fatti di Coppa Italia: “Non avrei fatto parlare un mio capitano con ultrà”

Stampa
Io non avrei permesso al mio capitano di parlare con il capo degli ultrà. Sembrava di stare al Colosseo in attesa del pollice verso dell’imperatore“: così il presidente della Lazio Claudio Lotito ha commentato il colloquio fra il capitano del Napoli Marek Hamsik e il capo della Curva A Gennaro De Tommaso, detto Genny ‘a carogna. “Non esprimo giudizi sui comportamenti dei miei colleghi, ma avrei detto no – ha detto Lotito prima dell’assemblea della Lega di serie A -. Però vanno considerate anche le questioni di ordine pubblico”.

LE PENE – “Bisogna distinguere fra tifosi, ossia appassionati che sostengono la squadra rispettando le regole, e delinquenti tifosi: è un problema di legalità – ha aggiunto Lotito -. Fino a oggi questo metodo ha fatto comodo ad alcuni interpreti del sistema per consenso elettorale o per mettere pressione ai club anche per i contratti dei calciatori. È un mondo di farisei. Tutti quelli che ora fanno dichiarazioni dove erano fino a ieri? Ora per motivi elettorali tutti a dire belle parole. Il Governo deve assumersi la propria responsabilità e permettere alle società di svolgere la propria attività”. Il presidente della Lazio ha ribadito la sua contrarietà al Daspo a vita “un palliativo che frega poco a chi ha già pene per 8-10 anni di carcere“, e ha invocato “tolleranza zero, processi per direttissima, pene più severe e certe, celle negli stadi, e la riforma della responsabilità oggettiva”. “La colpa delle società per responsabilità oggettiva è un’altra aberrazione, perché – ha osservato Lotito – i club pagano nonostante mettano in atto azioni di prevenzione. Va rivista la responsabilità oggettiva, è un ulteriore arma di pressione e condizionamento indiretto. Si fa un utilizzo distorto della norma. E poi non abbiamo gli stadi di proprietà: se il tifoso vede lo stadio come casa propria lo rispetta”.

Fonte www.corrieredellosport.it

Exit mobile version