Dopo circa cinque mesi di indagini e la festa di domenica scorsa per la promozione in serie B, per 17 tifosi della squadra umbra sono scattati pesanti provvedimenti: tutti denunciati per vari reati e destinatari anche del Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, perché ritenuti responsabili degli incidenti. Stamattina, in Umbria, alcune decide di agenti della polizia hanno perquisito le loro abitazioni. La polizia li ha individuati dopo l’esame delle immagini relative ai momenti di violenza nel piazzale intorno allo stadio: gli uomini della Digos, diretti da Cristiano Bertoloti, per settimane hanno studiato i filmati, fino a risalire ai 17 supporter. Un lavoro rivelatosi complesso, dato che i tifosi dei grifoni coinvolti negli incidenti, quel giorno, avevano il volto coperto: non è stato semplice,quindi, per gli investigatori del questore Giuseppe De Matteis accertare la loro identità. Sedici sono della provincia di Perugia, uno risiede vicino a Firenze. Secondo le indagini, utilizzarono cinte e aste delle bandiere per colpire le forze dell’ordine, che erano intervenute per evitare possibili incidenti con i sostenitori locali: sei poliziotti ebbero la peggio e riportarono diverse ferite.
Dopo gli scontri, i tifosi partirono ma quando erano ancora nel capoluogo ciociaro, nella zona della stazione ferroviaria, ci fu un altro episodio: tre pullman si fermarono, gli ultras del Perugia scesero e tentarono, come ricostruito dagli investigatori, di aggredire i passanti lanciando anche oggetti contro le auto in sosta. La Digos di Frosinone, adesso, è riuscita a smascherare i tifosi violenti: dovranno rispondere di lancio o utilizzo di materiale pericoloso, violenza, resistenza minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi a pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico. Ora, oltre a difendersi dalle accuse, dovranno restare lontano dagli stadi di calcio.
Fonte ANSA
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