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Roma-Juve, ultrà: in circolo Tor di Quinto, domani si rischia ‘remake’

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 “Domani a Tor di Quinto si rischia il remake di una settimana fa”. Alla vigilia di Roma-Juventus l’allarme parte dal circolo sportivo e ricreativo non lontano dallo stadio Olimpico dove sabato scorso ci sono stati scontri tra tifosi e una sparatoria con 4 feriti. Lo lancia Alfredo Iorio, leader dell’associazione Roma Sociale, un passato nella destra missina e un presente di impegno sociale, amico di Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista accusato di aver usato la pistola contro i napoletani. “Se il sindaco Marino non fa riaprire la rampa della Tangenziale qui vicino, chiusa dopo l’alluvione, domani si rischia il remake”, dice Iorio in una conferenza stampa al circolo Il Trifoglio. Il timore é che i tifosi della Juventus – ne sono attesi in realtà non più di mille – e quelli della Roma possano ritrovarsi a contatto nella stessa zona, in un budello di traffico per le auto e i pullman. “Noi saremo tutti qui – dice Iorio – per far vedere anche alle televisioni qual e’ la situazione”. Alcune delle associazioni che occupano questa vasta area di Tor di Quinto, nella zona Nord di Roma, rimproverano alla stampa di averla descritta come “un covo di nazisti e di ultrà violenti”. “Qui non si fa politica e non si fa tifo calcistico – dice ancora Iorio -. Ci appoggiamo alla società calcistica ‘La Boreale’ e cerchiamo di dare una mano a ex carcerati, ex tossicodipendenti, disabili, autistici. A chi é in difficoltà”. Come Daniele De Santis, l’ex capo tifoso della Roma con un passato violento e ora accusato di tentato omicidio. “Daniele era senza casa ed é venuto a stare qui. E’ un amico, in cinque anni si é sempre comportato bene – dice Iorio -. Forse ha visto gli ultrà del Napoli che entravano in casa sua e ha perso la testa. Mai saputo che avesse una pistola. Magari hanno cercato di usarla contro di lui e lui gliel’ha strappata. Ne é capace”. Una nuova testimonianza su ‘Gastone’ – il soprannome di De Santis, anche se nessuno lo chiama così – viene dal gestore del bar del Trifoglio, sempre nell’area dove sono avvenuti gli scontri. “Daniele era al bar con me quando abbiamo sentito esplodere le bombe carta fuori – dice Luigi Proietti, un anziano che quel giorno sostituiva il nipote -. Aveva bevuto un paio di birre, ha detto ‘vado a vedere che succede’. Ci sono alcune centinaia di metri dal bar a viale Tor di Quinto. Secondo la ricostruzione ufficiale, l’ex ultrà sarebbe uscito per attaccare i pullman dei napoletani con le bombe carta. E si sarebbe difeso dalla loro reazione sparando 4 colpi di pistola prima di essere sopraffatto e massacrato di botte. Intanto in previsione di Roma-Juve la madre di Ciro Esposito, il ferito ricoverato ancora in gravi condizioni al POliclinico Gemelli, chiede ai tifosi giallorossi e bianconeri di dedicare il match al figlio. E oggi a Napoli sono scesi in piazza in 200 per sostenere Ciro ma lanciare accuse contro il questore di Roma, al prefetto e al ministro degli Interni. Ed esprimere al solidarietà a Genny a carogna, il capo ultrà azzurro raggiunto dal Daspo e indagato per avere violato la legge sulla sicurezza degli stadi. (ANSA).
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