In generale, a detta dei giurati, ”si può dire che la mozzarella di bufala non ha ancora raggiunto il suo stato di forma migliore. Alcuni produttori come Torricelle (Salerno) e il Casolare (Caserta) hanno convenuto che le temperature di questi giorni e un certo ritardo dei parti hanno spostato più avanti il periodo migliore. Non è un caso che nei primi posti ci siano produttori che hanno anche allevamenti propri o comunque utilizzano quote maggiori di latte di propria produzione”. Sul fronte prezzi, invece, si segnala stabilità rispetto all’anno scorso per le produzioni bufaline. Nei campioni, tutti raccolti e degustati in giornata si va dai 8,50 euro/kg del caseificio Petrella (Caserta) ai 13 euro/kg di Vannulo (Salerno).
Ecco un vademecum stilato dagli esperti degustatori per riconoscere una mozzarella di bufala di qualità in cinque mosse:
(1)La prima è ricordarsi che esiste un Consorzio di tutela per cui la dicitura mozzarella di bufala può essere utilizzata solo dai consorziati. Gli altri produttori possono chiamarla mozzarella di latte di bufala. In ogni caso, deve contenere latte di bufala al 100%, caglio e sale. Nulla di più.
(2) Se il colore non è bianco assoluto, con buona probabilità è stato aggiunto latte vaccino.
(3)La mozzarella non deve essere asciutta, ma il suo cuore di latte deve uscire al taglio.
(4)Acidità, panna, muschiato sono le sensazioni che dovete avvertire in equilibrio.
(5)La mozzarella di bufala è elastica per un lasso di tempo di circa 10 ore. Poi inizia ad assumere la consistenza di un formaggio. Non conservatela a lungo e se lo fate evitate il frigorifero. La mozzarella di bufala non sopporta gli sbalzi di temperatura. E questo vale per il troppo freddo e il troppo caldo.
( Fonte ANSA).