Nell’esposto le associazioni mettono sotto i riflettori il contratto per la cessione dei diritti edificatori tra il comune e l’impresa Crescent che pone il “rischio d’impresa” in capo al solo ente pubblico.
Italia Nostra e il comitato hanno inoltre messo in risalto le quattro rilevanti voci di danno individuate dai periti nominati dai pubblici ministeri che hanno chiuso le indagini penali sul Crescent: la variante adottata con la delibera numero 177 del 2011 per 7 milioni di euro, la illegittima restituzione della cauzione alla Cogefer per un milione e cento mila euro, la sottostima del valore di cessione delle aree, con danno all’Agenzia del Demanio per 17 milioni circa, la sottostima del valore di cessione ai privati con danno al comune quantificato in 21 milioni e novecento mila euro. In tale ultima ipotesi “il danno erariale” – secondo i consulenti – “si èconcretizzato nel momento in cui il Comune di Salerno, dopo aver messo in gara le aree acquistate dal Demanio unitamente ai diritti edificatori, non ha accollato ai privati gli oneri di spesa per opere di urbanizzazione che avevano inciso nella stima di valore dell’area”.
Oltre 46 milioni di euro è il danno provocato alle casse comunali e dello Stato, tra i possibili responsabili dei pregiudizi erariali sono individuati molti degli amministratori attualmente in carica, molti dirigenti comunali e diversi funzionari dell’Agenzia del Demanio.
“E’ la mala gestio che in tanti esposti, anche contabili, abbiamo nel tempo denunciato”, affermano gli ambientalisti. “In un panorama tanto desolante” – continuano – “constatiamo come tante istituzioni, ad ogni livello di competenza, hanno determinato il danno alle casse pubbliche, a beneficio dei protagonisti della speculazione edilizia”.