Dieci dei pozzi sequestrati servono agli esercizi commerciali della zona, che ora non potranno piu’ usare l’acqua per motivi
alimentari o di igiene personale, gli altri 30 sono per l’irrigazione dei terreni agricoli. ‘Dalle prime analisi degli ortaggi – ha pero’ rassicurato la Capasso – i valori sono risultati nella norma, per cui non c’e’ alcuna contaminazione in atto, ma nei prossimi giorni faremo
altre analisi’. Entro qualche giorno e’ probabile che il sindaco Rosa De Lucia emetta un’ordinanza di divieto della coltivazione
nella zona. In totale, tra gli anni ’80 e ’90 sarebbero stati sversati e ‘tombati’ nella ex cava quasi 300 mila tonnellate di
rifiuti solidi e urbani e speciali altamente pericolosi per la salute umana, come si evince dalla sequenza di foto aeree
scattate dall’Istituto geografico militare italiano di Firenze e dalle dichiarazioni di alcuni pentiti di camorra.
Le analisi dell’ acqua della falda, del terreno e dell’aria hanno poi confermato i sospetti.
I recenti esami dell’ Arpac, l’ agenzia regionale per l’ ambiente, hanno evidenziato valori di contaminazione superiore rispetto al 2009, ma determinante e’
stata soprattutto la consulenza tecnica svolta dal geologo incaricato dalla Procura Giovanni Balestri, che ha accertato la
presenza nella falda in misure ampiamente superiori ai livelli di legge di arsenico, di metalli pesanti come il manganese, la
pirite, il piombo contenuto in migliaia di batterie; le analisi hanno inoltre rilevato la presenza nel terreno di oltre 30mila
tonnellate di percolato, residuo dei rifiuti solidi urbani, e l’emissione nell’atmosfera di una quantita’ elevata di fenoli,
che danno luogo alle cosiddette fumarole, veri e propri ‘sbuffi’ di gas tossico ben visibili dalla Strada Statale che collega
Caserta a Maddaloni. (Fonte ANSA).
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