Manuel Mancini saluta tutti e se ne va. Il centrocampista romano ha liberato la casa che aveva a Salerno partendo insieme alla famiglia. Tornato quest’anno a stagione in corso, dopo aver vinto il campionato di seconda divisione, la nuova esperienza alla Salernitana non è andata bene come la prima. Un percorso iniziato male, con il lungo tira e molla con Lotito, l’accordo trovato solo a novembre e l’esordio in campionato l’8 dicembre, proseguito a fasi alterne e concluso male. Al di là del risultato finale della squadra, le prestazioni del giocatore ex Verona non hanno sempre convinto. Le qualità tecniche non si discutono e non le scopriamo oggi. È mancata, però, la continuità di rendimento, necessaria per diventare un punto di riferimento della squadra. L’ultima partita dei playoff a Frosinone è l’emblema di quello che poteva essere e non è stato Mancini.
Nel primo tempo al Matusa quasi tutti i palloni passavano tra i suoi piedi ma non è mai riuscito ad incidere tanto da spingere Gregucci a sostituirlo nell’intervallo. Il Mancini-bis è finito così, nell’anonimato. Appena 12 le presenze in prima divisione con 2 gol. Il primo nel derby d’andata con la Paganese, il secondo, sempre all’Arechi, contro il Barletta. Mancini se n’è andato ma questa volta non tornerà, alla luce anche degli screzi, poi smentiti per sgonfiare il caso, avuti con Fabiani.