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De Luca: “Non temo Grillo, mi è pure simpatico”. Affondo di Renzi da Napoli

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Cavalcare l’onda della “speranza”, non quella della paura. Far leva sulla “fiducia”, sul bisogno di “risposte concrete”. Segnare con le azioni e il linguaggio la distanza da chi “urla e insulta” ma non ha la “credibilità” di rappresentare l’Italia in Europa. Fa leva sul suo profilo di premier promotore del “cambiamento”, Matteo Renzi. In questo rush finale della campagna elettorale non si fa trascinare nella rissa da Beppe Grillo. Perché è con le azioni del suo governo che intende marcare la differenza. E, sfidando la scaramanzia, si dice “molto ottimista” sul fatto che il messaggio di “speranza” prevarrà nelle urne.

Convinto che se il M5S “provoca” e urla sempre più forte, è perché “ha paura” del Pd. Si prepara a combattere “fino all’ultimo” per ogni singolo voto, Renzi. E da una gremita piazza Sanità a Napoli (la stessa dove andò anche Grillo), rivendica: “La piazza è casa nostra”. Dalle piazze il premier cercherà di far passare un messaggio rivolto a tutti gli elettori, di sinistra come di destra: non si può dare il loro voto a dei “buffoni”, perché non hanno “credibilità”. E il Movimento 5 Stelle, come Forza Italia, non ha una credibilità all’altezza “delle aspettative che l’Italia suscita in Europa”. Il Pd, è il sottinteso del segretario, in un’intervista a Piazza Pulita, quella credibilità ce l’ha. E lo sta dimostrando con l’azione del governo.

“Non temo Grillo, mi è pure simpatico, anzi se mi invita nella sua villa a prendere il sole sono ancora più contento”. Lo ha detto il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca arrivando in Piazza Sanità a Napoli dove si è svolto il comizio elettorale del presidente del consiglio Matteo Renzi. Sul malessere che potrebbe essere convogliato nel voto al M5S, De Luca ha detto: “Il malessere è grande qui al sud, dove siamo i primi per disoccupazione e gli ultimi per spesa dei fondi europei. Il Pd deve essere credibile come forza di rinnovamento. Non basta dire che siamo amici del sud, saremo credibili quando creeremo davvero lavoro, apriremo i cantieri. E poi quando ci presenteremo come partito più unito”. “Se vince Grillo? Dovremo rispettare il voto e capire cosa non facciamo bene, la democrazia è fatta così – ha concluso – Il governo è insediato da tre mesi, era difficile dare già una svolta, ma vedo segni di rinnovamento”.

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