Tutti condividono la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali. Anzi la convinzione generale è che una nuova azienda potrebbe rappresentare un volano di sviluppo ulteriore per una fabbrica più innovativa, tecnologicamente avanzata, moderna e rispettosa dell’ambiente a garanzia dei lavoratori, dei cittadini e di uno sviluppo industriale ed occupazionale dei nostri territori che, invece, vivono oggi una fase di grossa crisi e desertificazione industriale. La Cgil e il Comitato Salute e Vita ritengono indispensabile istruire rapidamente un accordo con i vertici aziendali e le istituzioni preposte che scandisca tempi certi e modalità per affrontare la delocalizzazione.
Questo al fine di eliminare qualsiasi allarmismo tra i lavoratori, fortemente preoccupati per le prospettive. Del resto la proposta di delocalizzazione fu lanciata già diversi anni fa dalla Fiom Cgil Salerno e dalle Rsu, senza alcun seguito. Le parti vigileranno attentamente sul destino e sul futuro dell’area dismessa per evitare qualsiasi forma di speculazione.
Non le dovrebbero solo spostare queste fabbriche di morte ma le dovrebbero chiudere! Ce troppa gente che muore di cancro in questa zona! Quindi o si pensa un modo per non inquinare o se proprio si devono spostare che vadino lontane km dai centri abitati…ma per quanto mi riguarda sarebbe meglio chiuderle tutte!