Tutti condividono la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali. Anzi la convinzione generale è che una nuova azienda potrebbe rappresentare un volano di sviluppo ulteriore per una fabbrica più innovativa, tecnologicamente avanzata, moderna e rispettosa dell’ambiente a garanzia dei lavoratori, dei cittadini e di uno sviluppo industriale ed occupazionale dei nostri territori che, invece, vivono oggi una fase di grossa crisi e desertificazione industriale. La Cgil e il Comitato Salute e Vita ritengono indispensabile istruire rapidamente un accordo con i vertici aziendali e le istituzioni preposte che scandisca tempi certi e modalità per affrontare la delocalizzazione.
Questo al fine di eliminare qualsiasi allarmismo tra i lavoratori, fortemente preoccupati per le prospettive. Del resto la proposta di delocalizzazione fu lanciata già diversi anni fa dalla Fiom Cgil Salerno e dalle Rsu, senza alcun seguito. Le parti vigileranno attentamente sul destino e sul futuro dell’area dismessa per evitare qualsiasi forma di speculazione.