Nella notte, un post, scomparso in pochi minuti, ma che parecchi hanno avuto il tempo di twittarlo è apparso sul blog ufficiale di Paypal: “eBay chiederà a tutti gli iscritti di cambiare password”. Niente testo, solo il titolo. A quanto è dato sapere, pirati indormatici sono entrati nei computer del più grande sito di aste del mondo. Solo in Itala conta trenta milioni di inserzioni in ogni momento.
A seguito di tale azione criminosa, il colosso informatico ha comunicato di non avere prove effettive di attività non autorizzate nei confronti di utenti di eBay , e nessuna evidenza di qualsiasi accesso non autorizzato alle informazioni finanziarie o carte di credito, che vengono memorizzate separatamente in formato criptato. “Tuttavia – prosegue il post – la modifica delle password è consigliata e contribuirà a migliorare la sicurezza per gli utenti di eBay”. Nei prossimi giorni tutti gli iscritti saranno invitati a cambiare la password, con comunicazioni dirette via mail o sul sito di eBay. .
I numeri emersi dopo tale grave colpo alla sicurezza globale, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” anche se in realtà a distanza di oltre un mese dall’attacco, la stessa società non ha confermato il furto, danno la conferma che dopo quelli a Vodafone e T-Mobile in Germania, e “Playstation Network” di Sony, i dati sensibili di milioni di clienti in possesso di grandi società possono essere costantemente essere messi alla mercè di più o meno abili criminali informatici nonostante le rassicurazioni di queste multinazionali.
Siamo costretti, quindi, a ribadire che la questione dei sistemi di sicurezza dei dati informatici diventa un affare non solo di Stato ma globale, per la quale in assenza di adeguate tutele per i cittadini (si veda per esempio lo scandalo delle intercettazioni ad opera della NSA), lo “Sportello dei Diritti” si appella ancora una volta alla platea degli utenti ed ai consumatori affinché prestino la massima attenzione ai propri dati, e di adottare quelle semplici accortezze come quella di utilizzare password diverse per account diversi e di cambiarle regolarmente.
Un altro consiglio è quello di tenere d’occhio sempre il proprio conto e di denunciare immediatamente all’autorità e alla propria banca ogni anomalia per ottenere la restituzione dell’eventuale maltolto.
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