Questi sono gli errori principali che nel finale di stagione sono stati imputati all’allenatore, così come il mancato impiego di alcuni elementi in favore di altri (che non hanno mantenuto le attese). La Salernitana del prossimo anno dovrà imporre la propria legge: in una Lega Pro Unica (e in un girone meridionale che sarà simile ad un girone infernale) l’aspetto mentale conterà molto. E per questo motivo la proprietà del club granata (almeno una parte) vuole un allenatore in grado di imprimere un marchio offensivo, un’identità precisa alla squadra, che su tutti i campi (in casa e fuori, nelle partite importanti e contro le piccole) deve tentare di imporre il proprio gioco. Non è un caso che qualora saltasse il rinnovo di Gregucci (cosa che sembra sempre più probabile, anche ascoltando le parole dell’allenatore pronunciate ieri in piena libertà, per una volta senza schemi predefiniti nè metafore e pure in considerazione del fatto che l’attuale trainer granata difficilmente accetterebbe un ingaggio decurtato come accaduto a gennaio scorso), vengano accostati alla Salernitana i nomi di tecnici che negli ultimi anni sono riusciti a vincere campionati, facendo giocare alle rispettive squadre un calcio d’attacco: da Indiani ad Auteri passando per Toscano e Gautieri, tra gli altri. Il toto-allenatore è partito, la speranza è che non duri per tutto il mese di giugno, perchè per dare solidità al progetto, bisogna iniziare a lavorarci al più presto. L’esperienza negativa dello scorso anno, d’altronde, deve servire da insegnamento e non va assolutamente ripetuta.