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Grande Progetto ripascimento litorale del Golfo di Salerno: mobilitazione Comitato Rinascimare, Legambiente e riserva Foce Sele Tanagro

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Non si arrendono il Comitato Rinascimare, Legambiente e Riserva Foce Sele Tanagro e continuano la mobilitazione contro Grande Progetto ripascimento litorale del Golfo di Salerno, il mega progetto che prevede gli interventi di difesa e ripascimento del litorale. Una mobiitazione alla partecipazione e una campagna sui social network in previsione di Venerdì 30 maggio alle ore 10.00 quando presso il Salone Bottiglieri del Palazzo Sant’Agostino sede della Provincia di Salerno si svolgerà “L’Open Day” dedicato alle Linee Guida per la realizzazione del Grande Progetto. Comitato Rinascimare,Legambiente e Riserva Foce Sele Tanagro stanno raccogliendo adesioni di cittadini online con un selfie contro il progetto .

“Non possiamo e non dobbiamo subire passivamente un ulteriore sfregio ai danni del nostro già abusato territorio. I nostri studi in materia erosione- denunciano Comitato Rinascimare e Legambiente- ci hanno dato la certezza che tutto quello che vogliono fare sulla nostra costa e’ Sbagliatissimo! Respingiamo il Grande Progetto con tutta la nostra energia. Noi Vogliamo “Difendere, Amare, Custodire ” la nostra Terra e il nostro Mare. Saremo in tanti in Provincia per dire NO alle barriere rigide, NO all’alga tossica che vi prolificherà, NO allo spreco di 70 milioni di euro. “L’opera, che prevede un investimento di 70 milioni di euro, riguarda il risanamento del litorale tra i comuni di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli. Lungo il tratto di Paestum, in particolare, è prevista la realizzazione di 15 pennelli in pietra collocati dalla foce del fiume Sele a Ponte di Ferro. Si tratta di una sorta di scogliera che dalla battigia va verso il mare per affiorare sull’acqua e terminare con una forma di “T”, dove si accumula la sabbia, in grado di interrompere le correnti. Un risanamento con opere rigide, celle e barriere soffolte, secondo modalitá che già altrove (Pescara, Chieti) si sono rivelate inefficaci e più dannose del problema che intendono risolvere, l’erosione costiera.

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