Salerno, De Luca a Radio Alfa: “Abbiamo anticipato di 20 anni la politica di Renzi”
redazione
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E’ stato un vero terremoto politico. Cosi’ il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, intervenuto a Radio Alfa per S come Salerno, in onda ogni giovedì alle 12,45 parlando del risultato delle Europee del 25 maggio scorso. Per il sindaco si è notata la voglia di cambiamento degli italiani e di cambiare pagina. Un “risultato storico” ha detto De Luca sottolineando da una parte i toni troppo accesi della campagna elettorale, e dall’altra la capacità della politica di Renzi di rompere gli steccati dei partiti classici. “Ha rotto dei tabu'”. Ma De Luca ci tiene a sottolineare anche che ciò che ha rappresentato la carta vincente per il PD di oggi e dunque di Renzi, la trasparenza, la politica lontana da quella troppo politicante, i partiti troppo vicini alle ideologie e poco alla gente, in realtà è da almeno 20 anni la sua idea di fare politica e infatti il sindaco dice “a Salerno 20 anni fa non avevamo bandiere politiche e ideologiche”, ricordando che la sua prima campagna elettorale era stata fatta sotto il segno della lista civica “Progressisti per Salerno”.
“Chi ha votato in questo modo è per dinamizzare l’Italia e non lasciarla ingessata” , ha aggiunto poi De Luca facendo un concreto riferimento ai comitati che da tempo stanno combattendo contro la realizzazione del Crescent, “vogliono un’Italia paralizzata ma non si sa nemmeno perchè”. Il sindaco ha poi ricordato anche Massimo Vignelli, il designer italiano che ha disegnato il logo turistico (la famosa “S”) della città, scomparso ieri e una prossima iniziativa che il comune farà nei prossimi giorni in onore di Vignelli. De Luca ha ricordato che molte persone accusarono il comune di aver pagato Vignelli, 300mila euro (chiamando anche Striscia la Notizia), che in realtà è la somma che l’Amministrazione Comunale destina a tutta la comunicazione. “Con le polemiche, le offese e le contestazioni, l’Italia muore”, dice De Luca.
Nel corso della puntata il sindaco parla anche dell’assemblea della Centrale del Latte, ritornando a dire che entro tre mesi, se le Centrale non viene venduta, sarà “svenduta” visto che il Governo è intenzionato a eliminare circa 7mila società partecipate.