Il secondo motivo speciale è che in quella Salernitana, con il numero quattro sulle spalle, c’era un giovane e veloce difensore centrale, originario di Latina, ma da subito legato a filo doppio a Salerno ed alla Salernitana che 48 ore fa ha ricevuto un incarico prezioso e prestigioso. Quel giovane difensore oggi è un uomo ed ha la possibilità inseguita da una vita: allenare la Salernitana, la sua Salernitana come ha sempre detto quando nei dibattiti e nei salotti televisivi nazionali è stato ospitato. Mario Somma e Salerno un legame forte che negli anni non si è mai concretizzato. Oggi a Mario Somma, i tifosi chiedono di trasferire nella squadra che guiderà nel prossimo campionato quella grinta, quei valori, quel senso di appartenenza, quella salernitanà che anche i calciatori non salernitani come i vari Della Pietra, Di Battista, Battara, Somma, Di Bartolomei, sapevano tirare fuori nei momenti difficili.
Una squadra, quella, che era un tutt’uno con la città e con un presidente meno facoltoso del duo Lotito –Mezzaroma ma con una passione ed una energia da vendere. Che questa data, che quei ricordi, possano essere di buon auspicio all’alba di una stagione che presenta non poche insidie per Mario Somma e per la Salernitana. Scelto l’allenatore bisogna adesso fare una squadra di tutto rispetto per consentire al mister di avere a disposizione un organico di primo livello già dal ritiro. Conoscendo Somma, il suo modo di lavorare, le sue caratteristiche e le sue potenzialità siamo certi che farà bene se verrà messo in condizione di poter lavorare come solo lui sa fare.