Superata la fase emergenziale e rimessi in ordine i conti della sanità, è il momento di investire sui livelli essenziali di assistenza e su nuovo personale. È l’allarme lanciato da Anao-Assomed, sindacato dei medici campani in occasione del settimo congresso regionale. “Raggiunto il pareggio di bilancio, è il momento di una risposta – ha detto Bruno Zuccarelli, presidente dell’ordine dei medici – Serve un patto tra sindacato e istituzioni per la sicurezza degli operatori e dei pazienti”. E i livelli di assistenza non devono virgolette essere “eventuali” ma, come dice l’acronimo “essenziali”.
Ecco perché occorre erogare assistenza così da “bloccare la fuga di cervelli all’estero e la fuga dei pazienti in altre regioni”.
“Abbiamo know how sul quale lavorare – ha aggiunto – serve l’aiuto della Regione e Governo su tanti temi e tra questi lo sblocco del turn over”. Il segretario nazionale di Anao-Assomed, Costantino Troise, ha lanciato un appello alla politica affinché “si accorga della sofferenza della sanità e valorizzi sistema, puntando sui medici”. “L’elevato numero di laureati e specializzati nelle varie discipline della medicina che vanno a cercare lavoro altrove – ha affermato – indicano che la formazione ormai produce disoccupazione”. Serve, a suo avviso, un “cambio di paradigma” per fermare quella che Troise definisce, “una emorragia”
ma questo è un problema sempre esistito…Fanno bene ad andare via. Io ho dovuto aspettare 10 anni dopo la laurea prima di una neanche tanto degna occupazione; quando oramai i coglioni mi facevano inciampare ad ogni passo e quando zelo e altruismo erano oramai al lumicino. Dopo tanta attesa si rischia di diventare cinici e si cerca lavoro solo per vivere. Se poi a questo aggiungiamo la malafede dell’utenza allora sapete che vi dico …… meglio che non ve lo dico! ma sarebbe meglio per tutti (utenza e aziende sanitarie) dare spazio e incoraggiamento a questi nuovi laureati che hanno preparazione e palle da vendere!
leggo ancora,purtroppo,parole inutili e piene di demagogia.Se vogliamo aiutare i giovani colleghi(molto preparati edotati di grande entusiasmo),perchè si da la possibilità a colleghi ospelieri che hanno raggiunto la pensione ,di poter continuare la professione riprendendo incarichi nella medicina di base o nella specialistica ambulatoriale? Perchè non si riesce a ridurre il massimale del numero di assistiti,garantendo una assistenza migliore e,di conseguenza,uno scorrimento più veloce delle graduatorie?
41 enne mi ritengo fortunato perché lavoro in ospedale da quasi 10 anni; i miei colleghi 60 Ennio arrancano ogni giorno producendo poco e male..aspettano con ansia la pensione rubando lo stipendio.e’ giusto come detto prima aprire le porte ai giovani,bravi e preparati,andrebbero previsti contratti di solidarietà e mandati finalmente a casa questa pletora di nullafacenti.
Ad maiora
assumete i giovani, invece di trattenere in servizio i medici (fino ai 70 anni) che non sono nemmeno più tanto lucidi, camminano con il bastone e servono poco e nulla nell’assitenza ai malati!!!! maledetta politica!!!!