«Abbiamo dato l’input ai nostri uffici affinché si intraprenda un’azione di contrasto da portare alla conferenza dei servizi. – spiega il sindaco Italo Voza – Ci sono molteplici aspetti che devono essere valutati: l’area è sottoposta a tutela, manca la valutazione d’impatto ambientale, si deve inoltre evidenziare che Capaccio Paestum ospita un sito archeologico che dal 1998 fa parte della lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Nelle vicinanze dell’area in cui dovrebbe sorgere l’impianto ci sono produzioni agricole e biologiche di particolare pregio, dodici allevamenti bufalini e a un chilometro e mezzo due caseifici che producono mozzarella Dop».
Il progetto, inoltre, sarebbe carente per quanto riguarda alcuni aspetti molto importanti: sarebbe carente rispetto ai requisiti previsti dal decreto ministeriale 10 settembre 2010, parte IV, ai fini dell’inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio, risultando non soddisfatti almeno sette indicatori su otto. E sempre in relazione al decreto ministeriale non terrebbe in conto l’inserimento in un contesto di pregio tale da rispondere a molteplici requisiti per l’individuazione delle aree non idonee per la realizzazione di impianti. Inoltre bisogna considerare che il progetto sembrerebbe omissivamente viziato in fase di calcolo del bilancio energetico ed evidentemente non aderente alle esigenze del territorio considerato che i residui di biomassa utilizzati dall’impianto non sono prodotti nel comune di Capaccio Paestum. Infine il progetto risulterebbe carente di un’accurata analisi dell’impatto visivo prodotto.