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Salernitana: pronta una rivoluzione del settore giovanile

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C’è una parola che ricorre spesso nel calcio, “programmazione”. Si ascolta su tutti i campi ad ogni latitudine ma quasi mai viene rispettata. Perché una programmazione degna di tal nome richiede idee precise da realizzare in un periodo determinato che non si esaurisce in pochi mesi. Accanto a questa c’è un’altra parola, “giovani”, che viene sbandierata ai quattro venti. E qui il tempo a disposizione dovrebbe essere più lungo ma purtroppo spesso il condizionale resta tale e non si trasforma in realtà. Nonostante i buoni risultati ottenuti dalle varie squadre di categoria, il settore giovanile della Salernitana si appresta a vivere l’ennesima rivoluzione.

Come successo già un anno fa, potrebbero cambiare gli allenatori e si profila anche un nuovo responsabile del settore giovanile. Ipotesi che trovano concretezza nelle intenzioni di Fabiani, in linea con una programmazione mordi e fuggi. Pur tra mille difficoltà economiche e logistiche, le squadre giovanili granata hanno onorato la stagione ma ciò sembra non bastare. In questi giorni di finali nazionali del campionato primavera gli occhi di procuratori, allenatori e dirigenti sono tutti sui potenziali calciatori del futuro. Anche Mario Somma sta seguendo da opinionista Rai le partite in Romagna appuntando magari il nome di qualche elemento utile alla Salernitana che verrà. Bene, benissimo ma il lavoro con i giovani richiede tempo, competenza e soprattutto il supporto della società. Si può vincere anche con i giovani ma questi devono essere di qualità. Il Perugia è salito in serie B con Sprocati, Moscati e Sini ’92 e Fabinho ’91 stabilmente tra i titolari senza dimenticare i classe ’94 Insigne, Conti e Sanseverino. Il Frosinone ha sfiorato la vittoria del campionato con due ’93, Altobelli e Paganini, più Gucher ‘91 a centrocampo ed altri 3-4 under 23 che hanno giocato spesso. Accanto ai giovani bisogna mettere calciatori di spessore per il giusto mix di freschezza ed esperienza invocato da Mezzaroma. Per fare ciò ci vuole programmazione, non solo a parole.

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