Si tratta, infatti, di “scie chimiche” che ovvero strisce nuvolose inizialmente sottili e che, successivamente, si allargano creando ampie formazioni. Sono generate dal passaggio di aeromobili, e sono costituite da prodotti di condensazione e successiva solidificazione del vapore acqueo.
Vengono suddivise in:
– scie formate dai gas di scarico: sono dovute al rapido raffreddamento dei gas di scappamento dei motori, i quali immettono nell’atmosfera, già molto umida, una quantità di vapore acqueo e nuclei di condensazione sufficienti a provocare il fenomeno. La temperatura dell’aria più favorevole è quella compresa fra i −25 e i −40 gradi Celsius.
Questo tipo di scie, che sono le più persistenti, possono formarsi anche a umidità relative pari allo 0%, a patto che la temperatura sia sufficientemente bassa;
– scie di convezione: sono dovute a moti convettivi che si manifestano sulla scia dell’aeromobile quando questo vola in aria molto umida e instabile. La temperatura dell’aria più favorevole è quella compresa fra 0 °C e −25 °C.
Non si manifestano immediatamente dietro l’aereo, occorrendo un certo intervallo di tempo prima che l’aria calda immessa nell’atmosfera si porti al livello di condensazione.
– scie di origine aerodinamica: le meno persistenti, sono dovute all’espansione dell’aria, provocata dal veloce moto di un aereo, quando vola in atmosfera molto umida. La temperatura dell’aria più favorevole è compresa tra 0 °C e 10 °C.