Si è svolta un’assemblea aperta tra Cgil, rappresentanti politici e lavoratori per discutere del futuro dell’Arechi Multiservice Spa, Società partecipata al 100% dalla Provincia di Salerno. Dal luglio 2013, infatti, gli oltre 140 dipendenti hanno subito un taglio unilaterale del salario accessorio di circa 180 euro su base mensile. A questa situazione si aggiungono le gravissime incertezze per il futuro, vista la fase di cambiamento che stanno attraversando le Province. “Andando al riordino delle Province, del titolo V della Costituzione, ancora non è chiaro quale sarà il destino di una serie di appalti che sono dati a Società a partecipazione pubblica – ha detto Maria Di Serio, Segretario Generale Cgil Salerno – è prioritario capire chi andrà a gestire questo tipo di servizio, garantendo livelli occupazionali e la qualità del lavoro offerto”.
“Da tempo stiamo cercando di confrontarci sia con i vertici dell’Arechi Multiservice che con l’Ente Provincia, ma è circa un mese e mezzo che non riusciamo ad avere contatti – denuncia Matteo Buonagiunto, Segretario Generale Fiom Cgil Salerno – Chiediamo che il tavolo di concertazione riprenda, non solo per cercare di risolvere le problematiche salariali dei lavoratori, ma anche per cercare di definire il futuro dell’Azienda”. Intanto continua lo stato di agitazione: oggi sono state effettuate due ore di sciopero. La Cgil Salerno ha intenzione di coinvolgere nella vertenza anche la Prefettura.
Ma da quando i sindacalisti si preoccupano dei problemi dei lavoratori? questa è bella! di solito… se non in campagna elettorale… il sindacato bada solo a fare carriera e al più a garantire il futuro a parenti ed amici… ma soprattutto parenti… Che novità… non si finisce mai di imparare!!!
La solita storia. Sindacalisti da strapazzo che fanno protestare i lavoratori semplicemmente per dare un senso alla loro presenza in azienda. Altrimenti a che servirebbe oggi la figura del sindacalista?
Oggi i lavoratori sono meglio attrezzati di ieri, conoscono i loro diritti e ci sono dure leggi che fan si che non vvengano calpestati. Poi ci sono le regole del mercato, della sana amministrazione e della spending review. Insomma, per far quadrare i conti piccoli sacrifici per tutti. Anche perchè se si spende di più per un servizio pubblico per garantire uno stipendio di questi tempi davvero d’oro ai dipendenti, a pagarlo (lo stipendio) saremmo noi con le nostre tasche attraverso imposte ecc…
Non mi sembra giusto. Austerità e sobrietà per tutti, altrimenti davvero ci troveremmo di fronte a privilegiati. Ed ho detto proprio bene, privilegiati. Gli unici che possono affrontare la crisi con fiducia, stringendo solo un pochetto la cinghia, sono i dipendenti pubblici o parapubblici come i dipendenti dell”Arechi multiservizi. Che non hanno timori di restar senza lavoro, che non mi sembra abbiano vinto concorsi, che tutti sappiamo come sono entrati…E non hanno stipendi da fame. Pertanto, si mettessero a lavorare seriamente e la domenica tutti in Chiesa, a pregare per chi non ha un posto fisso, per chi non è dipendente pubblico, per chi non ha garanzie per il futuro.
La solita storia. Sindacalisti da strapazzo che fanno protestare i lavoratori semplicemmente per dare un senso alla loro presenza in azienda. Altrimenti a che servirebbe oggi la figura del sindacalista?
Oggi i lavoratori sono meglio attrezzati di ieri, conoscono i loro diritti e ci sono dure leggi che fan si che non vengano calpestati. Poi ci sono le regole del mercato, della sana amministrazione e della spending review.
Insomma, per far quadrare i conti piccoli sacrifici per tutti.
Anche perchè se si spende di più per un servizio pubblico per garantire uno stipendio, di questi tempi davvero d’oro ai dipendenti, a pagarlo (lo stipendio) saremmo noi con le nostre tasche attraverso imposte ecc…
Non mi sembra giusto. Austerità e sobrietà per tutti, altrimenti davvero ci troveremmo di fronte a privilegiati. Ed ho detto proprio bene, privilegiati! Gli unici che possono affrontare la crisi con fiducia, stringendo solo un pochetto la cinghia, sono i dipendenti pubblici o parapubblici come i dipendenti dell’Arechi multiservizi. Che non hanno timori di restar senza lavoro, che non mi sembra abbiano vinto concorsi, che tutti sappiamo come sono entrati…
E non hanno stipendi da fame. Pertanto, si mettessero a lavorare seriamente e la domenica tutti in Chiesa, a pregare per chi non ha un posto fisso, per chi non è dipendente pubblico, per chi non ha garanzie per il futuro.