La Procura della Repubblica di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati Piero De Luca, figlio del sindaco di Salerno ed ex viceministro alle infrastrutture, Vincenzo De Luca, e altre quattro persone nell’ambito di un’inchiesta relativa alle vicende della società Ifil C&D, della quale è stato chiesto il fallimento. Il reato ipotizzato è quello di concorso in bancarotta fraudolenta. L’inchiesta riguarda, oltre a Piero De Luca, nel dicembre scorso eletto componente dell’Assemblea nazionale del Pd con le primarie del partito, anche Mario Del Mese, nipote dell’ex deputato Udeur Paolo e già coinvolto nell’inchiesta per il fallimento del pastificio Amato di Salerno, Vincenzo Lamberti, socio della Ifil C&D, Emilio Ferraro e Luigi Avino.
L’iscrizione nel registro degli indagati risale ad alcuni mesi fa ed è stata pubblicata su alcuni organi d’informazione all’indomani di un’udienza del procedimento fallimentare della Ifil C&D, che si è svolto nei giorni scorsi ed è stato aggiornato al prossimo 27 novembre. La società, costituita nel 2010 con un capitale sociale di diecimila euro, in passato ha ricevuto commesse da società del gruppo Amato e la stessa inchiesta della Procura di Salerno è nata da una costola di quella sul crack Amato. Piero De Luca, in una dichiarazione fatta in serata, ha espresso “assoluta serenità e pieno rispetto per tutti. Manifesto tuttavia – ha aggiunto – un profondo sdegno per il ciclico rilancio di notizie datate e distorte a puro scopo diffamatorio relative a fatti del tutto infondati”. “E’ una storia vecchia che risale a quasi un anno fa”, ha commentato l’avvocato di Del Mese, Cecchino Cacciatore.
Secondo il legale, “al momento il fallimento della società Ifil C&D srl non è stato dichiarato, quindi – sostiene – non si comprende come stia in vita un’indagine per bancarotta quando il presupposto del fallimento della società manca”. Certo dell’estraneità di De Luca a ogni addebito si è detto Gaetano Amatruda, portavoce del Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Non mi piacciono le uscite non istituzionali del padre – ha scritto Amatruda sulla sua pagina Facebook – l’abitudine di preferire l’insulto al ragionamento. Non mi piace la rissa continua e la demagogia su temi delicati. Spero che il clima sia diverso per Piero” che – continua Amatruda – e’ “un bravo ragazzo. Equilibrato. Un professionista serio e preparato che paga probabilmente il prezzo di un cognome ‘pesante'”.
Fonte ANSA
Hahahahahaha… sdegnato tu? sdegnati noi visto che tuo padre di mestiere fa il moralizzatore…
Avanti De Luca! (Saluti dal Lussemburgo)
il povero emigrante con la valigia di cartone….ma facc o’piacer!!!
Indagate, indagate, quando avete finito ci fate sapere se dobbiamo sculacciare il rampollo o gli organi di informazione.
Non sarà certo uno strillone e la locandina di uno pseudoquotidiano a farci cambiare idea.
Ma come il rilancio mediatico della notizia… Ma voi non l”avete neanche pubblicata. Complimentassi
Può sdegnarsi a torto o a ragione quanto gli pare, ma non è colpa dei Maya o degli Alieni se si ritrova sempre coinvolto in faccende e situazioni poco chiare.
Troppo chiacchierato per un futuro pubblico a Salerno.
Un cognome pesante?? Senza quel cognome che carriera avrebbe fatto…….. Lira tv ma facci il piacere …….