Curvi, o meglio distesi, sulle loro “sudate carte” l’ansia di questi giovani diverge in sentimenti contrastanti. Se da una parte il maturando non vede l’ora che tutto finisca presto per prendere costume ed asciugamano, da un’altra vede l’esame come la fine di un cammino. Si devono lasciare i banchi coi nomi incisi, le lavagne col gesso, i bagni pieni di cicche, le ragazze che non si è mai avuto il coraggio d’avvicinare, la campanella che non suonava mai, l’entrata alla seconda ora e le note sul registro. Anche il professore che avresti voluto sempre mandare a quel paese, ogni volta che non ti capiva, ogni volta che per lui non eri abbastanza, diventa un bel ricordo su cui ci si può ridere e provare un velo di nostalgia.
I compagni sono cresciuti con te e quelle solite facce che quasi t’eri annoiato di vedere giorno dopo giorno, lezione dopo lezione adesso prendono maggiore importanza, potrebbero passarti il compito di matematica, poiché senti quasi la paura di non vederle mai più. Maturità vuol dire anche questo. Saper mettersi in spalla il sacco delle vecchie esperienze per scegliere strade nuove che aprano nuove porte, nuovi incontri e nuovi ricordi.
Senza fare idealismi è giusto dire che le cose non sono mai uguali per tutti e c’è chi i giorni prima della maturità se li passa come gli pare. Teste diverse con diverse voglie di fare e di essere. Chi si cimenta nel più profondo studio matto e disperato, chi preferisce lasciare i libri ad ammuffire negli zaini dell’ultimo giorno di scuola e chi, volente o dolente, crede che la virtù stia nel mezzo e s’alterna tra la scrivania e la spiaggia. Le vie per la maturità sono infinite ma resterebbe opportuno non dimenticare la luce del sole oppure sapere almeno mettere la penna sul foglio.
Fatte le preghiere, i voti religiosi e indossata qualsiasi cosa dia una speranza di fortuna , tutti, una volta messi a sedere su quella vecchia sedia scomoda, dovranno passarsi una mano sulla coscienza e fare i conti col foglio bianco. Tuttavia se proprio la conoscenza personale non aiuta è bene sapere che anche copiare è un’arte e richiede esperienza ed abilità, oltre alla generosità dei compagni.
La maturità, tirate le somme, sembra non essere soltanto quel dannato esame che serve allo studente un numero su un pezzo di carta ma è qualcosa di più. Probabilmente l’opportunità per tenersi ancora legati ai ricordi di un vecchio cammino.
Che siano giorni di buon esame per tutti, per i ragazzi della Consulta Provinciale degli Studenti di Salerno ….e non solo.
Antonio Castiello Consulta Provinciale degli Studenti di Salerno
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