Nel 2011 le città di Brescia, Cividale del Friuli, Castelseprio, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant’Angelo, sono state inserite nel percorso UNESCO “Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto”, comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell’arte longobarda.
All’interno del percorso però, risulta escluso il complesso di San Pietro a Corte, che per la sua importanza sarebbe dovuto essere stato inserito sin da subito: il sito risulta, in assoluto, l’unica testimonianza archeologica di architettura palaziale di epoca longobarda. Infatti nel 774, dopo la discesa di Carlo Magno a Pavia, la resa di Desiderio e la conseguente fine del regno della Longobardia minor, Arechi II, duca di Benevento, si autoproclamò princeps gentis longobardorum dichiarandosi di fatto ultimo baluardo delle genti longobarde nella penisola e gettando le basi, con la sua politica, per una sopravvivenza dei domini longobardi meridionali per altri tre secoli. Egli trasferì la corte a Salerno dove tra il 770 e il 774 fece costruire nelle vicinanze delle mura meridionali e affacciata sul mare una splendida Reggia, dotata di una cappella palatina dedicata ai santi Pietro e Paolo che risulta, attualmente, l’unica Reggia longobarda ancora esistente.
Proprio per questo motivo chiediamo agli enti preposti di mobilitarsi per colmare questa grave lacuna e inserire anche il complesso di San Pietro a Corte nel percoso UNESCO Italia Langabardorum.
Qui a Salerno conserviamo il tesoro più prezioso. Nel cuore del centro storico, tra vicoli e slarghi, si conserva Il tempo: la storia di una comunità intera, nello scrigno di San Pietro a Corte.