Si è svolta presso La Feltrinelli di Salerno, in C.so Vittorio Emanuele, la conferenza stampa di presentazione della rassegna teatrale “Il gioco serio del teatro”, con la direzione artistica di Antonello De Rosa. Ad intervenire all’incontro, moderato dalla giornalista Concita De Luca, oltre al regista salernitano De Rosa, l’assessore alla cultura Ermanno Guerra. “Antonello è protagonista ormai da anni della cultura salernitana – afferma l’assessore Guerra – Come attore, artista e come organizzatore di rassegne. Il fattore singolare è il modo in cui lui propone in controtendenza le manifestazioni: se intorno maggio e giugno chiudono i teatri, lui propone una manifestazione teatrale.”
Una rassegna nata dalla “Notte dei Barbuti” fino al 2010 per poi staccarsi e divenire nel vero senso della parola “Il gioco serio del teatro”, nome tratto dal manuale di teatro terapia di Walter Orioli. La rassegna teatrale firmata Antonello De Rosa arrivata al V atto, avrà inizio proprio questo fine settimana, il 28 e il 29 giugno, con uno spettacolo diretto da Alessandro Tedesco “Figure Deportate”, per poi permanere ogni settimana con altri spettacoli fino ad arrivare ai primi giorni di agosto. Precisamente saranno dodici gli spettacoli che animeranno le mura del Complesso Monumentale di Santa Sofia.
Il Complesso Monumentale di Santa Sofia, uno dei simboli salernitani che ospiterà la rassegna di Antonello De Rosa. Uno dei monumenti più belli e importanti che risiede nel centro storico salernitano. “Il direttore artistico ha ormai identificato la Chiesa dell’Addolorata – continua l’assessore – come location perfetta della propria rassegna permettendo alla città di presentare spettacoli interessanti per tutto il mese di luglio fino ad agosto. Non a caso è interessante notare il modo in cui chiude la rassegna, con lo spettacolo/stage che è un dei fulcri principali di questo cammino e soprattutto degli stagisti”.
Una quinta edizione della rassegna come un meta laboratorio, dove ogni spettacolo ha in se una forma laboratoriale legato allo studio e alla riscrittura dei grandi classici della letteratura teatrale. Laboratori che si sviluppano in veri e propri stage come è avvenuto l’anno scorso con “Medea: il sogno” e come avverrà anche quest’anno con “Le Troiane”. “Il mettersi in gioco in teatro è come mettere in gioco se stessi – conclude la giornalista Concita De Luca – Ed è proprio questo il bello del teatro quando soprattutto si vive in prima persona”.
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