Tra i prodotti inseriti il Crocché, il Fagiolo di Gallo Matese, la Patata nera del Matese, la frittura napoletana, il Caciocavallo del Matese e il Caso maturo del Matese, il caprino conciato del Montemaggiore, gli scamorzini e la stracciata del Matese, il prosciutto di Rocchetta e Croce e il Granturco del Matese, il provolone, la ricotta di fuscella di Sant’Anastasia, la salsiccia e la soppressata del Vallo di Diano, la salsiccia e la soppressata del Cilento, il cece nero del Fortore, il biscotto di Sant’Angelo, il pane di patate e la pizza sulla liscia.
“Nell’elenco che è stato presentato – spiega – spiccano numerosi formaggi e salumi tradizionali che, grazie a tale inserimento, potranno accedere a specifiche deroghe igienico-sanitarie, già allo studio da parte degli assessorati regionali competenti e delle Asl Campane, per preservarne la tradizionalità e per permettere, nella massima sicurezza per i consumatori, ai tanti piccoli imprenditori del comparto di proseguire nella produzione in ambienti di tipo tradizionale, con metodologie e attrezzature specifiche.
“Salgono così a 429 i prodotti agroalimentari campani inseriti nell’elenco. Una risorsa eccezionale per le imprese agricole, di trasformazione e di ristorazione della nostra regione. Lo scopo è quello di valorizzare e tutelare un patrimonio di sapori della nostra tradizione regionale che, altrimenti, rischierebbe di scomparire”, conclude la Nugnes.