Fattori che hanno condannato la società battipagliese a chiudere il primo trimestre del 2014 con un trend negativo del 35% il suo volume di fatturato. E per questo, con una congiuntura industriale già delicata, la Btp ha deciso di avviare l’iter per la risoluzione di 47 rapporti di lavoro. Una decisione contestata dalla Cisl provinciale che, attraverso il segretario generale, Matteo Buono, chiede un repentino dietro-front. “Siamo solidali con la Btp Tecno, ma non è questa la strada da perseguire”, ha spiegato Buono. “Concordiamo che gli accordi non sono stati rispettati, ma con i licenziamenti non si risolve nulla. La Btp, se fermerà la procedura avviata per gli esuberi, troverà nelle parti sociali un alleato forte. Insieme possiamo chiamare alle loro responsabilità il ministero dello Sviluppo Economico, della Regione Campania e di tutte le istituzioni locali che, il 17 giugno del 2010, firmarono l’accordo per un piano volto alla riconversione industriale del sito produttivo di Battipaglia, indispensabile per garantire i livelli occupazionali e lo sviluppo del territorio”. Le inadempienze della Alcatel dunque, secondo la Cisl, non devono ricadere sulle spalle dei lavoratori.
“Chiediamo che siano garantiti tutti i volumi non dati precedentemente”, ha detto Buono, “oltre a quelli che dovranno essere affidati nel quinto anno. Invitiamo pertanto l’azienda anche a una gestione più attenta delle sue finanze, ribadendo che gli utili prodotti vanno investiti in Btp e non in altre società”. Infine, l’appello alle istituzioni: “Questa vicenda testimonia che Battipaglia va inserita nelle cosiddette ‘aree di crisi’. Solo così si può accedere a finanziamenti utili per il rilancio del territorio”.