«Ho sentito tanti applausi, mi auguro ci siano state tante preghiere altrimenti siamo davanti a un grande equivoco». Le parole con cui l’arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, chiuse la processione di San Matteo dello scorso anno. Fu quella la traccia su cui la Curia di via Roberto il Guiscardo ha lavorato e preparato l’appuntamento del 2014. Cambia anche la processione. Vietati gli inchini in corrispondenza di luoghi che non hanno alcun richiamo religioso né, tanto meno, storico-culturale. In passato ci sono stati inchini per omaggiare personaggi defunti, qualche locale pubblico e così via. Da qui l’invito a Moretti di «dare le dovute disposizioni, affinché in futuro non si ripetano gli sconci episodi di servilismo verso chi non rappresenta la santità del principale evento cittadino». A dettare il cambio di rotta della festa patronale quanto accaduto lo scorso anno con la processione che ha ospitato una serie di segni esteriori che non sono andati nella direzione della spiritualità: gli applausi (e i fischi) alle autorità presenti, i banchetti improvvisati lungo il tragitto per la vendita dei panini con la milza e poi le soste e gli «inchini» delle statue. Troppi e spesso fuori luogo.