Il gup, dopo oltre 3 ore di camera di consiglio, ha rigettato la richiesta di assoluzione presentata dal legale difensore di Scarano, l’avvocato Silverio Sica, per il quale le donazioni ricevute dal prelato sui suoi conti bancari non erano altro che atti di fiducia. Nell’inchiesta scattata nel 2013, gli inquirenti avevano accertato false donazioni provenienti da societa’ offshore transitate su conti Ior intestati a Scarano; secondo il pm Elena Guarino, le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.
Le indagini scaturiscono dagli accertamenti della Guardia di Finanza di Salerno nel gennaio del 2013 all’interno di un immobile di proprieta’ di Scarano. L’inchiesta riguarda un giro di assegni che passando sotto forma di donazioni sarebbero rientrati in una operazione di riciclaggio. Scarano, tramite un parente, aveva fatto recapitare al gup Sessa una lettera in cui chiedeva di scagionare gli altri imputati “ignari di tutto anche perche’ l’operazione di donazione era lecita”. Sica ha precisato al gup che don Nunzio sosteneva di aver scritto la lettera “guidato dalla fede e dalla devozione nella Madonna”. Monsignor Scarano e’ imputato anche in un altro processo a Roma per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui 20 milioni di euro che sarebbero dovuti rientrare in Italia attraverso un conto schermato dello Ior.
Fonte AGI.it