Le premesse non sono buone. Finora ci sono stati solo tavoli a vuoto e scambi epistolari al veleno, come quello che vi documentiamo. Si parte dalla comunicazione che l’amministratore di Sita Sud, Giuseppe Vinella, fa alla Regione Campania lo scorso 25 giugno. Vinella scrive che Sita svolge il servizio di trasporto pubblico locale in assenza di valido ed efficace titolo contrattuale, non riconoscendo la proroga degli obblighi di servizio imposti dalla Regione fino al 31 dicembre 2013. Vinella conferma di aver esercitato legittimamente il recesso e rileva che la direzione generale della mobilitò della Campania non è nelle condizioni di poter diffidare la Sita in violazione dei principi contabili e configurando un danno erariale non imputabile alla società. Risponde la Direzione regionale della mobilità che il 2 maggio, in un’altra nota, è stata proprio Sita Sud ad ammettere (implicitamente) la sussistenza della proroga degli obblighi di servizio rendendo inapplicabile il recesso, poiché non vi è un contratto ma la prosecuzione degli obblighi di servizio imposti dalla Regione. Per questo, secondo Palazzo S.Lucia la Sita non può lasciare la Campania perché prevale il diritto alla mobilità dei cittadini non potendosi individuare un sostituto entro il primo agosto. Infine, Sita viene invitata a presentare una contabilità separata che faccia emergere con chiarezza quanto le spetti sugli arretrati senza che ci sia un esborso ingiustificato di denaro pubblico da parte della Regione Campania.