Il dovere di umanità è salvare loro la vita. Se un padre di famiglia non ha la sensibilità di voler salvare la vita di quei bambini, non ha il diritto di parlare neanche dei propri figli. Certo, noi non possiamo accogliere tutte queste persone, non ce la facciamo. E peraltro il 99% delle persone sbarcate non restano in Italia e nella nostra città: questa è solo una tappa per arrivare nei paesi del Nord Europa. Noi eravamo chiamati a dare un’accoglienza per 36-48 ore, cosa che abbiamo fatto, così come abbiamo offerto una cura a qualche bambino malato di varicella e morbillo. C’è, poi, un terzo aspetto del problema.La gran parte di queste persone vengono da paesi come la Siria, l’Eritrea, la Libia; fuggivano dunque dalle guerre, dalle violenze, dagli stupri.
Una piccola minoranza, invece, erano clandestini provenienti dal Marocco, dove non c’è nessuna guerra in atto e dove vige un sistema sostanzialmente democratico: queste persone sono state isolate rispetto alle altre; il paradosso è che, una volta emesso il foglio di via, non abbiamo le risorse per rendere effettiva l’espulsione. In ogni caso, nella stessa giornata in cui abbiamo dato prova di solidarietà, ho messo al lavoro alcune pattuglie, anche di notte, per controllare il territorio cittadino. Questa è la nostra posizione: umanità fino in fondo e senza riserve, ma anche fermezza e nessun buonismo di maniera nei confronti di chi non rispetta le leggi del nostro paese. Ho letto in rete commenti così volgari, così bestiali, da far indignare, da far venire i brividi.
Abbiamo dato una bottiglia d’acqua ed un pasto a questi disperati. Ci diciamo un paese cristiano: siamo a questo, al punto da dover ricordare a noi stessi i valori della civiltà e del cristianesimo. So bene che c’è la crisi, che non abbiamo risorse neanche per noi; ma facciamo il nostro dovere di uomini e di padri e madri di famiglia e contemporaneamente manteniamo gli occhi aperti per garantire la sicurezza della nostra comunità. E intanto auspichiamo che l’Europa, oltre che dare lezioni all’Italia, si decida a impegnarsi come Europa su questa vicenda che durerà per i prossimi decenni: il problema va caricato sulle spalle di tutti, non solo su quelle dell’Italia”.