La notizia piacerà sicuramente ai tanti italiani che ancora si ritrovano in casa – vuoi per nostalgia, vuoi per dimenticanza – le vecchie lire. Pare infatti che sarà nuovamente possibile convertirle in euro. A deciderlo, un’ordinanza emessa dal giudice del tribunale di Milano che si oppone alla decisione presa dal Governo Monti nel 2011. All’epoca, infatti, venne varato il decreto legge (121/2011), con l’articolo 26 che in deroga alla vecchia legge del 2002, stabiliva che “le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” e che “il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l’ammortamento dei titoli di stato”. Il decreto annullava così la vecchia legge n.289 del 2002 che aveva invece stabilito il limite massimo di tempo per cambiare le monete entro il 28 febbraio 2012, escamotage che lasciava nelle casse dello Stato circa 1,5 miliardi di euro.
La notizia non piacque ai contribuenti, che andarono su tutte le furie: la Federcontribuentidenunciò la manovra di Monti, avviata “tra il silenzio e l’indifferenza generale” che andava così a sottrarre miliardi di euro ai cittadini non informati e chiese, insieme con Adusbef eFederconsumatori, al Governo e a Bankitalia di concedere una moratoria. Per garantire alle migliaia di italiani di rientrare in possesso dei propri risparmi e tutelare quei cittadini che per vari motivi non avevano potuto effettuare la conversione per tempo. Tra questi, molti che si erano ritrovati inaspettatamente con gruzzoletti lasciati in eredità dai genitori o dimenticati in soffitta o ancora anziani poco informati sulle tempistiche.
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