Un’azione sistemica in 10 diocesi per ridurre e contrastare lo sfruttamento e le situazioni critiche dei lavoratori stagionali immigrati irregolari, in particolare nelle regioni del Sud: è il progetto “Presidio” finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e coordinato da Caritas Italiana con la collaborazione territoriale di 10 realtà diocesane: Acerenza, Caserta, Foggia-Bovino, Melfi-Rapolla-Venosa, Nardò-Gallipoli, Oppido-Palmi (Rosarno), Ragusa, Saluzzo, Teggiano-Policastro (piana del Sele – Salerno), Trani-Barletta-Bisceglie. Obiettivo del progetto è quello di “garantire una presenza costante su quei territori che vivono stagionalmente l’arrivo di lavoratori attraverso un presidio di operatori Caritas pronti ad offrire, oltre ad un’assistenza per i bisogni più immediati, anche un’assistenza legale e sanitaria e un aiuto per i documenti di soggiorno e di lavoro”. Si tratta di operatori che girano le campagne con dei furgoni o dei camper riconoscibili grazie al logo di progetto e possono seguire così, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas.
A Pescopagano ad esempio, anche in quest’ultimo grave episodio, “Presidio” c’era e gli operatori della Caritas di Caserta si sono spesi per far intervenire le ambulanze e calmare la protesta. “Non solo, dunque, un Presidio per l’accoglienza ma soprattutto un Presidio di legalità”. “In assenza di servizi erogati dalle istituzioni pubbliche locali – spiega una nota – spesso sono state le Caritas diocesane ad intercettare queste situazioni, facendosene carico secondo le proprie possibilità, sia dal punto di vista della fornitura di beni di prima necessità, che della presa in carico della situazione giuridico- lavorativa, per contrastare la piaga del caporalato. Senza dimenticare che anche i lavoratori che arrivano in contesti non degradati, come dimostra l’esperienza della diocesi di Saluzzo in Piemonte, hanno comunque bisogno di accoglienza e accompagnamento”. “Il “lavoro schiavo” oggi è moneta corrente!” ha detto Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati. “Sollecitata, dunque, anche da queste parole, la Chiesa Italiana ha voluto dare un segno concreto di vicinanza a quanti cercano una ragione di vita in contesti lavorativi non conosciuti in cui non è facile trovare riferimenti e dove spesso le tutele minime non vengono garantite neppure agli italiani. “Si tratta – come sottolinea il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu – di accogliere, ascoltare, accompagnare persone particolarmente vulnerabili e, dove necessario, difenderle da sfruttamento e soprusi”.
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