“Forse se non se ne sono accorti – si legge – sia il dott. Botte che i rappresentanti delle comunità citate, a vendere in modo abusivo sul lungomare, prodotti di contraffazione sono proprio le comunità di immigrati sopra richiamati, e non gli italiani. Saremmo contenti se queste persone chiedessero scusa a chi fa commercio in modo regolare, e poi facessero un vero passo in avanti per colpire chi all’interno delle loro comunità non rispetta le regole e le leggi, allontanandolo e non proteggendolo. Cosa più grave e che vorrebbero anche approfittare della nostra manifestazione per avanzare il diritto di chiedere al Comune di Salerno che gli venga dato uno spazio nel sottopiazza al fine di lavorare.
E’ assurdo tutto ciò, strumentalizzare la nostra battaglia di civiltà e legalità, ricordiamo a questi signori che la probabile causa per cui il Comune non rinnova i permessi e da identificare dal fatto che il mercato etnico si è trasformato in un grande mercato della contraffazione a cielo aperto, nel centro città. Hanno fatto mille promesse e mille accordi con l’Amministrazione, mai mantenute, Amministrazione che ha dato loro ciò che a noi non ha mai dato, abbiamo evitato polemiche ed altro, al fine di sostenere un integrazione con un lavoro sicuro e dignitoso anche per loro.
Siamo pronti come Associazione – continua la nota dell’ANVA – ad aiutare gli immigrati che realmente sono lontani dal traffico di merce contraffatta, rispettiamo il lavoro di tutti, sosteniamo un integrazione reale tra le comunità ed gli ambulanti italiani, ma il tutto deve avvenire nel rispetto delle leggi che gli stessi devono rispettare come le rispettano gli ambulanti italiani. All’Amministrazione Comunale spetta il diritto di indicare le zone dove può avvenire il commercio ambulante, mentre agli ambulanti, senza distinzione di colore, provenienza e religione, spetta il compito di rispettare le decisione prese dall’Amministrazione”.