Né Capaccio né Paestum ma Capaccio Paestum. Questo è stato sancito dal referendum dello scorso giugno. Questa è stata la proposta del consiglio comunale di Capaccio (che rappresenta tutto il popolo) e questa è l’unica volontà dell’attuale amministrazione comunale che non vuole cose diverse dal nome “Capaccio Paestum” e dall’unità del Comune.
La proposta strumentale fatta dall’anziano ex leader politico Antonio Valiante, non interessa nessuno e da nessuno è stata mai richiesta.
Probabilmente egli, sollecitato e fagocitato da uno sparuto numero di individui che non vuole accettare il democratico verdetto delle urne continuando a seminare zizzania e veleno tra i cittadini, soprattutto quelli del capoluogo, è caduto nella trappola e ha presentato un disegno di legge per dividere Capaccio e Paestum, due entità indissolubilmente legate dagli eventi della storia e della vita.
Non si spiegherebbe diversamente il fatto che Valiante sia stato tra i firmatari del referendum appena fatto e poi dopo un solo mese abbia firmato per una richiesta così bizzarra contraria alla prima.
Le responsabilità vanno addebitate senz’altro a quel sedicente anonimo comitato per il no (no a cosa, visto che il referendum si è concluso?) che continua a seminare discordia tentando di dividere una città che mai è stata più unita di oggi, se non fosse per loro.
Così costoro, dopo avere parlato di soldi spesi inutilmente, di documenti che andavano cambiati ed altre simili stupidaggini, oggi sono gli ispiratori di una proposta che mira a dividere e a creare guerre fratricide solo per manie di protagonismo.
Abbiamo cose più serie a cui pensare che perdere il nostro tempo dietro a questi patrioti da strapazzo.
Coalizione del Buon Governo che sostiene l’amministrazione del Sindaco Italo Voza
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