La gara: Il quintetto è sempre lo stesso: Modestia, Tallarigo, Capalbo, Marino, Sabatino. Cinque leonesse. L’impatto alla gara è devastante e sulle spalle del fuoriclasse Marino, Catanzaro fa le buche sulla sabbia. La Capalbo sembra posseduta: corre talmente tanto che uscirà nel secondo tempo a causa di un lieve malore. Magna Graecia non ci capisce niente e quando prova a giocare subisce contropiede. E’ un tiro a bersaglio. Scaturiscono angoli a go go: uno di questi Tallarigo lo mette forte dentro, Sabatino ci mette la testa dell’attaccante di razza. Fortissima, 1 a 0. Viterbo in piedi. Si continua e Catanzaro è un rullo compressore. Siamo a Montalto ma sembra di essere a Giovino. Le giallorosse sono tutte di altissimo livello e i cambi non fanno perdere equilibrio. Anzi, si aggiunge cuore al cuore. La Agostino batte un fallo laterale con le mani e vede la Borello sola sul secondo palo. Prende fiato e forza e gliela mette lunga. La Borello di testa non può andare, la palla è troppo bassa. Ma non può andare nemmeno di piede, la palla è troppo alta. E allora ci mette tutta la classe che ha per fare gol. Un uomo lo farebbe di petto, ma le è donna – bella ed elegante – e allora si affida al seno. Si, 2 a 0 di bellezza. Quella meridionale, di stampo calabro. Non c’è posto per la Salernitana. Non si vede nemmeno. E quando bussa alla nostra porta la Modestia si veste da wonder woman. E allora “i poveri” subiscono il torto arbitrale per entrare in difficoltà. Rigore regalato, la Bertolina prima trova la traversa e poi fa gol di testa su ribattuta. Gara riaperta? Macchè. La superiorità è netta. Entra la Bagnato, 19 anni. Decide di mettersi l’attacco sulle spalle e in 5 minuti manda in confusione l’intera difesa avversaria. Capisce che può e deve far gol per chiudere la pratica. E allora palla a Sophie (Bagnato, ndr) che la protegge, si gira e di sinistro la mette all’angolino. Gol. Gol. Gol.
E’ il 3 a 1 e il beach stadium impazzisce. Lei sembra Tardelli. Mamma mia come urla. Ormai è chiaro: andiamo a prenderci lo scudetto. Il finale è una passerella. La Marino dimostra di essere la giocatrice più forte che c’è in Italia. Tutte le altre fanno vedere che solo loro sono degne di starle accanto. Le più forti insieme alla più forte. Il fischio finale coincide con le lacrime. Mani sul volto, una sola frase: “Non ci credo. Ma che abbiamo fatto?”. Piangono tutte, piange Vavalà. Sorride mister Gentile, portato giustamente in trionfo. Viterbo applaude e chiede autografi mentre intona “we are the champions” con le più forti d’Italia. In piedi, Catanzaro Beach Soccer ha fatto quaterna. E adesso aprite le porte di Palazzo De Nobili, ci sono 12 modelle che aspettano di sfilare. Del resto, dal buio che lascia la polvere sulla sabbia sono spuntate con la maglia giallorossa e a piedi nudi- come “i poveri”- hanno deciso di essere amiche per sempre. Per sempre. Per farlo hanno fatto un favore alla città: le hanno portato lo scudetto. Favola finita. Ma lo spettacolo è appena cominciato. Tornerà quando Catanzaro dovrà difendere il titolo.
Fonte Catanzaroinforma
Commenta