Il sindaco Sicilia ricostruisce i fatti affermando che i lavori per il taglio di piante di faggio in località ‘Cozzo del Rosieddo’ – ricadente in un sito Natura 2000, zona Sic (sito di interesse comunitario) e Zps (Zona a protezione speciale) – rientrano nell’ambito di un progetto dell’ente parco naizonale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni per un importo di 1 milione 300 mila euro, che riguarda i boschi vetusti.
Il progetto è stato avviato ed i lavori sono stati affidati ad una ditta di Vallo Scalo, e prevedevano la realizzazione di sentieristica e l’avvio dell’area a bosco vetusto per il quale si rendeva, di conseguenza, necessario il taglio di quelle piante non idonee a consentire il raggiungimento delle finalità di progetto.
Un taglio, che, secondo quanto prescritto nella relazione di valutazione di incidenza ambientale della Regione Campania, andava effettuato in un periodo diverso. Da qui il sequestro e, quindi, anche un danno per il comune di Corleto Monforte, che rimane estraneo alla vicenda, benché come prevede la legge, in questi casi il materiale derivante dalle operazioni di taglio rimane nella disponibilità del comune stesso.