Il professore Mele ha così raccontato la favola di Raffaele Falcone “Custode del fuoco”.
“Ha una fornace a legna lungo la collina che lega Montecorvino a Giffoni Valle Piana (…) La fornace è ampia, forte, trattiene il ruggito del fuoco, a Falcone piace seguire la metamorfosi della terra, dell’argilla, quel suo diventare splendente (…) Già lavorare il fuoco, e domarlo nella camera della fornace, è un’azione artistica, ma a Raffaele non basta, così lavora un’arte tutta sua, ha un tema caro che è quello del cippo delle antiche strade, l’albero, la colonna, il monumentale fallo sacro (…) cippi indicatori di una vita che verrà dal suo passato, il nostro domani dimenticato, a mostrare e contraddire il desiderio”.
La vignetta è di Arnaldo Amabile
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