L’obiettivo della convenzione triennale 2014-2016 tra Agenzia delle Entrate e ministero dell’Economia non è di aumentare le contestazioni, ma “consolidare le entrate derivanti dalla complessiva azione di controllo”. La flessione negli incassi da riscossione coattiva, la crisi economica e il costante incremento della tax compliance hanno infatti ridimensionato il gettito della lotta all’evasione. Per ovviare a questo problema il governo ha individuato diciannove profili di categorie ad alta pericolosità fiscale e ha messo a punto un piano per far partire controlli a raffica.
Il sistema sarà ben oliato e potrà contare sullo scambio di informazioni tra la Banca d’Italia, la Consob e l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, sulla condivisione dell’analisi di rischio con la Guardia di Finanza e sul rafforzamento degli studi di settore come strumento di compliance. Il piano prevede, poi, un maggiore impulso alla fatturazione elettronica e mette a disposizione dell’Agenzia delle Entrate strumenti calibrati sulla pericolosità del debitore. Insomma, la novità maggiore del nuovo piano anti evasione è lo scambio incrociato di dati e informazioni di natura creditizia, finanziaria e assicurativa in possesso delle rispettive Authorithy di vigilanza. L’obiettivo è appunto scardinare i fenomeni di elusione più complessi, basati su operazioni societarie e finanziarie.
I 128 database già a disposizione dell’Agenzia delle Entrate non bastano. Spesso contengono dati non “puliti” o comunque che non possono essere incrociati tra loro. Da qui l’impulso a un maggiore sca,mbio di informazioni con Bankitalia, Consob e Ivass. “La strategia di fondo – spiegano Marco Mobili e Giovanni Parente sul Sole 24Ore – è quella di mettere a disposizione del Fisco gli elementi utili a scardinare i fenomeni soprattutto di elusione più complessi basati soprattutto su operazioni societarie e finanziarie”. Proprio per questo il piano prevede anche una più stretta collaborazione con le amministrazioni finanziarie estere. Perché questo possa essere effettivo, il parlamento approverà una “corsia preferenziale” per ottenere disegni di legge di ratifica degli accordi bilaterali con Paesi diversi. La voluntary disclosure, infine, consentirà all’Italia di allinearsi agli standard fissati dall’Ocse sul rientro dei capitali dall’estero.
Fonte Il Giornale.it