Due candidati, molte polemiche e una tensione che fino all’11 agosto difficilmente scemerà. Le prove di dialogo andate in scena in Federcalcio, ultimo atto dell’era Abete in via Allegri, non hanno certo ricomposto tutte le fratture del mondo del pallone, molte delle quali ben precedenti a quelle venute fuori dopo la frase su stranieri e banane di Carlo Tavecchio. Prova ne sono le scintille tra Claudio Lotito, grande elettore e sostenitore della cordata pro Tavecchio, e l’Aic di Damiano Tommasi, schierata insieme all’Assoallenatori sul fronte opposto, per Demetrio Albertini. L’occasione per la ‘lite’ il ripescaggio in Lega pro dell’Aversa Normanna a danno dell’Akragas: il presidente della Lazio ha alzato un po’ la voce e poi ha replicato a conclusione della seduta dando vita a un paio di diverbi accesi con lo stesso Tommasi e Gianni Grazioli, quest’ultimo direttore generale dell’Aic, sulla durezza della campagna elettorale per i due candidati e sulle prospettive della federazione. Un’occasione per sfogare vecchi asti, con il fronte fedele a Tavecchio (le leghe restano compatte nonostante qualche malumore nei singoli club) che non ha ben digerito chi ha approfittato dello scivolone di Tavecchio per soffiare sul fuoco. Ma sulla campagna elettorale, dieci giorni tra strette di mano e prove di dialogo, non è escluso che potrebbe pesare il mercato: sia le società del fronte pro che quelle anti Tavecchio potrebbero cedere alla tentazione di voler fare la campagna elettorale anche attraverso quella acquisti. Intanto nell’agone scendono anche i tifosi, quelli della Fiorentina, altra big passata nel partito dei No Tavecchio: i supporter viola invitano tutti i tifosi a unirsi in una sorta di cartello comune. Via le ostilità campanilistiche, per una volta insieme per una causa “dire no alla candidatura di Tavecchio e a favore di un calcio nuovo, da riformare e rilanciare”. Un movimento d’opinione che non non dovrebbe spostare i voti del candidato favorito alla poltrona di via Allegri: nonostante la settimana di passione il terremoto non c’è stato e i numeri dicono ancora che l’erede di Abete sarà lui.
Fonte ANSA
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