I miei assistiti non hanno mai rilasciato alcuna dichiarazione secondo la quale il loro amato congiunto “sarebbe deceduto a causa di una broncopolmonite che non sarebbe mai stata diagnosticata”. Si ritiene utile, anzi, precisare in questa occasione che, sia la Sig.ra Vincensi che il figlio Alessandro, per quanto di loro scienza, non hanno mai dubitato dell’operato dei sanitari del “Ruggi d’Aragona” che, peraltro, ritengono si siano occupati del caso con scrupolo professionale e con condotte apprezzabili anche sotto il profilo umano, sia nei confronti del paziente che nei loro. Peratro, essendo i più liberi da altri impegni, sono stati i due più assidui familiari ad occuparsi della lunga malattia del compianto prof. Pagliara e ad avere rapporti, anche con i medici, durante i ricoveri e la Sua ultima degenza ospedaliera.
Il silenzio dei terribili giorni trascorsi senza nemmeno poter vegliare il corpo dell’amato congiunto, dovuto per l’immaginabile e comprensibile stato di choc e dolore per la grave perdita, non deve essere interpretato come legittimazione della denuncia che, nell’immediatezza del decesso, ha sporto solo il dott. Pagliara Vincenzo, fratello di Nicola, autonomamente ed unilaterlamente, sensa alcun assenso, neanche di fatto, da parte della moglie del professore e del figlio Alessandro.
Le ragioni che hanno portato a tale denuncia – per quanto sfuggano a questi ultimi – saranno senz’altro il portato dell’evidenza e delle conoscenze del solo dott. Pagliara. Tuttavia e purtroppo, i miei assistiti hanno dovuto unicamente prendere atto delle conseguenze di detta azione, i cui sviluppi saranno comunque accolti con l’ossequio dovuto per le Autorità procedenti. Pel mio tramite, in ultimo, i Sigg. Vincensi e Pagliara chiedono cortesemente a codesto spett.le quotidiano il più stringente silenzio stampa sulla vicenda, ancor più quando coinvolgessero le loro persone. Tutto ciò premesso, la presente per chiederLe la rettifica dell’articolo citato con pari dignità di pubblicazione e medesimi spazi e rilevanza”.