Nei giorni scorsi i volontari dell’associazione, dopo aver analizzato il progetto “SBS” predisposto da Salerno Mobilità già due anni or sono, hanno effettuato dei sopralluoghi nei pressi di ciascuna delle 3 stazioni finora realizzate, tutte dotate di pannelli fotovoltaici e che ospitano in tutto 24 biciclette elettriche. E hanno posto a confronto il sistema adottato a Salerno con quello di altre importanti città dove da tempo si sono attivati sistemi di condivisione delle biciclette. La Fiab è favorevole all’implementazione di Sistemi di Bike Sharing: il noleggio rapido di una bici, disponibile direttamente presso le stazioni ed autostazioni, nei parcheggi, nelle aree di sosta, nelle strade e nelle piazze delle città, può essere a tutti gli effetti considerato come uno strumento della mobilità pubblica (perché ogni bicicletta è utilizzabile da più persone) e al contempo esclusivo (perché la bicicletta è utilizzabile da un utente alla volta).
Il bike sharing può fare da volano ad un forte incremento della mobilità ciclistica e all’interscambio con il mezzo pubblico: ma ogni investimento rischia di esser vanificato se a monte non vi è una forte volontà politica di incrementare la quota di mobilità sostenibile in generale, e di quella ciclistica in particolare. Per questo motivo è auspicabile che il progetto di bike sharing sia parte di un “biciplan”, cioè di un programma organico per lo sviluppo della mobilità ciclistica, e che si provveda alla realizzazione e alla messa in sicurezza di una efficiente ed estesa rete ciclabile comunale. Il sistema appena inaugurato a Salerno è stato attivato in totale assenza di una più ampia visione sulla mobilità cittadina. Parlare di piste ciclabili a Salerno è un puro eufemismo: ci sono solo pochi spezzoni di ciclabili, scollegati tra loro e che non raggiungono i 5 km di lunghezza!
A questi, per ragioni sconosciute, sono stati ulteriormente sottratti cica 1,5 km di percorso sul Lungomare Trieste, dove a tutti gli effetti non si può più parlare di pista ciclabile da quando è scomparsa la necessaria segnaletica orizzontale e verticale. Inoltre, l’Amministrazione Comunale non ha finora ritenuto necessario adottare alcuna “tecnica di moderazione del traffico”, né tantomeno la riduzione della velocità a 30 km/h che pure si sta applicando in molte città europee. Solo chi si muove a piedi e in bicicletta percepisce appieno quanto siano rischiose e insicure le strade in città, pericolosità che viene puntualmente confermata dall’annuale rapporto sull’incidentalità dell’ACI-ISTAT.
“E’ davvero un peccato – dichiara Paolo Longo, Presidente F.I.A.B. Salerno – che l’amministrazione comunale non dia ascolto a quel crescente movimento spontaneo di centinaia di cittadini che hanno già scelto la bici come principale mezzo di trasporto in città per andare a lavoro, per accompagnare i figli a scuola, per fare la spesa o semplicemente per andare con la famiglia a mangiare una pizza, ma i cui tragitti sono una vera e propria odissea. Queste persone sarebbero i migliori promoter per convincerne tante altre a cambiare mezzo di locomozione, oltre che nell’indurle all’adozione di uno stile di vita più salutare per sé e per l’ambiente in cui vivono.”
Sono già oltre 1.000 le persone che hanno sottoscritto la petizione della FIAB Salerno, denominata: “Ho voluto la bicicletta, adesso voglio pedalare!” La campagna, lanciata solo qualche settimana fa dall’associazione, chiede all’Amministrazione del Comune di Salerno di realizzare piste, percorsi ciclabili ed interventi per la mobilità sostenibile. Per migliorare la qualità della vita e la sicurezza per pedoni, ciclisti e utenti deboli della strada e superare il modello “autocentrico” della mobilità in città. L’obiettivo è il raggiungimento di 5.000 firme e si può sottoscrivere o seguendo il link sul sito della Fiab Salerno www.cyclingsalerno.it oppure direttamente su: