Nei primi sei mesi di quest’anno – scrive il Corriere della Sera – circa sessantamila migranti sono arrivati in Italia e c’è il timore che insieme alle persone entrino nel nostro Paese anche delle nove malattie infettive. Spaventa l’epidemia di Ebola in Africa occidentale, ma non c’è praticamente alcun rischio che il virus arrivi nel nostro Paese tramite gli sbarchi. Lo spiega la Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali. «Il viaggio che i migranti affrontano per raggiungere il nostro Paese è lungo mesi, via terra e via mare. Ed Ebola, che presenta un periodo di incubazione di circa 10 giorni e che da subito è altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in Italia. È improbabile che un soggetto malato e che presenta febbre elevata, diarrea, vomito e manifestazioni emorragiche, possa andare in giro a diffondere l’infezione» spiega Antonio Chirianni, vicepresidente della Simit al Corriere della Sera.
«Anche il rischio di infezione da virus Ebola per i turisti, i viaggiatori in genere e i residenti nelle zone colpite (Guinea, Liberia, Sierra Leone, ndr), è considerato molto basso – prosegue Chirianni -, se si seguono alcune precauzioni elementari: evitare il contatto con malati o i loro fluidi corporei e con i corpi di pazienti deceduti. Se Ebola preoccupa relativamente, «di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della Sars e della nuova Sars (Mers) – aggiungono gli esperti della Simit -, che hanno colpito e colpiscono Asia e Medio Oriente, con l’arrivo di individui che si spostano per turismo o per lavoro». Inoltre, bisogna aggiungere il rischio di incremento dei casi di infezione da Hiv, a causa di rapporti promiscui e non protetti con persone provenienti da aree endemiche, e di altre malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide e la gonorrea.
L’estate 2014 è caratterizzata dal boom turistico proveniente dalla Cina. «Negli ultimi anni la Cina ha promosso una campagna vaccinale per il contenimento di malattie gravi – spiega Chirianni -, come l’encefalite giapponese e la malaria, che resta confinata in alcune aree rurali del sud: queste malattie non sembrano essere ad elevato rischio di importazione da parte dei Paesi europei che accolgono individui provenienti dalla Cina. Di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della Sars e Mers, con l’arrivo di individui che si spostano per turismo o per lavoro». L’ Organizzazione mondiale della sanità già da tempo ha rafforzato il filtro aeroportuale che prevede controlli clinici dei passeggeri in arrivo da aree infette e sorveglianza sanitaria dei soggetti che hanno viaggiato o avuto contatti con individui malati o sospetti. Oltre alla Sars, le malattie che prevalentemente vengono importate dai Paesi di origine dei migranti (principalmente Asia e Africa) sono malaria, tubercolosi, Hiv.
Fonte Corriere della Sera.it