“C’è una colata killer chiamata cemento che sovrasta il Vesuvio. Secondo una nostra stima nei 13 comuni del Parco Nazionale sono stati realizzati abusivamente circa 1000 scheletri di cemento, per la maggior parte costruzioni in verticale, per una superficie complessivamente a terra di circa 2milioni di mc e che sono pronti ad essere regolarizzati grazie al recente maxemendamento approvato nei giorni scorsi dalla Regione Campania. Un magma di cemento esploso parallelamente al silenzio del vulcano.
Cemento che ha invaso le strade, tutte potenziali vie di fuga in caso di eruzione, alla faccia delle ristrutturazione e della messa in sicurezza del territorio.”J’accuse di Anna Savarese e Pasquale Raia, rispettivamente vicepresidente regionale e responsabile aree protette di Legambiente Campania sul cemento abusivo che da Terzigno (lungo la statale 268 in pieno Parco), a Ercolano e Torre del Greco (aree di nuova edificazione a monte delle strade panoramiche e di accesso al vulcano) la fa da padrone sul vulcano piu’ famoso al mondo a rischio non solo vulcanico e sismico ma anche idraulico ed idrogeologico.
“Sono i primi effetti del recente colpo di mano dal sapore elettorale, un maxi emendamento “via libera tutti”,che rischia di portare un nuovo sacco al patrimonio ambientale e paesaggistico della nostra regione. La Regione Campania, -concludono Anna Savarese, e Pasquale Raia di Legambiente–dovrebbe capire che le risorse che non vanno depauperate sono proprio la qualità del territorio e dell’ambiente, che sono le precondizioni per il rilancio delle attività agricole, manifatturiere e turistiche, in uno con l’innovazione e la ricerca, la promozione della Green Economy. Sono questi i veri volani di sviluppo della Campania. “
In vista dei prossimi mesi caldi per i predoni del cemento Legambiente lancia la campagna #
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