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Aspetta multi-trapianto negli Usa, ma il consolato nega il visto ad Emanuele Scifo

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Emanuele Scifo è un ragazzo di 33 anni affetto da una malattia che gli ha intaccato irrimediabilmente l’apparato digerente. Per vivere, ha bisogno del trapianto di cinque organi: stomaco, duodeno, pancreas, milza, intestino tenue e intestino crasso. E’ in lista trapianti da tempo al Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, ma visti i tempi lunghi e l’aggravarsi delle sue condizioni, sono stati gli stessi medici emiliani a consigliargli di recarsi all’estero per operarsi, in particolare negli USA, al Miami Transplant Institute. “Solo per l’operazione – dice – chiedono un milione di dollari“. Una spesa impossibile da sostenere per lui, che pure in poco tempo era riuscito, creando una ONLUS, a ottenere 230mila euro di beneficenza. Il resto della spesa avrebbe dovuto sostenerlo l’ASL di Salerno, una volta ottenuto parere favorevole dal Centro di Riferimento Trapianti della Regione Campania, che arriva lo scorso 5 giugno. Ma la pratica non si sblocca: l’ASL stanzia ‘solo’ 660mila euro, che sommati ai soldi della ONLUS coprono unicamente l’intervento.

Mancano oltre 200mila euro per coprire le spese pre e post operazione negli USA, oltre a quelle relative a chi dovrà accompagnare (per legge) Emanuele negli Stati Uniti. “Per questo il Consolato USA non mi rilascia il visto – dice il ragazzo – C’è stata una serie di notizie distorte che sono arrivate in Regione e all’ASL. Traduzioni sbagliate, notizie diverse da quelle che erano state segnalate dall’Istituto americano, hanno fatto sì che il finanziamento non fosse sufficiente”. Un errore, quindi, che il Direttore Generale dell’ASL di Salerno, Antonio Squillante giustifica con “una novità nel processo che si sta attuando. E’ una esperienza nuova che in passato non era mai stata affrontata. C’è stata una sottovalutazione di questi aspetti, ma ce ne siamo resi conto e stiamo provvedendo”. Intanto, Emanuele è bloccato in Italia e non può procedere al trapianto. “L’intestino ormai è al limite della sopportazione – dichiara Emanuele, che fino a qualche mese fa pesava 98 chili, oggi circa 42 – Se si dovesse perforare verrei stomizzato e non potrei fare il trapianto. Se a febbraio avevo il 50% di possibilità di uscire vivo da quell’intervento, è chiaro che ora la percentuale si è dimezzata”. “Entro una decina di giorni procederemo a una nuova delibera per lo stanziamento dei soldi che mancano – assicura Squillante – Anche a costo di non andare in ferie”

Fonte: il Fatto Quotidiano

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