Il palio è una maratona all’insegna del divertimento e del gusto. Una gara con i “Ciucci” che ogni anno viene rievocata sulle ali di vecchie leggende legate alla storia secolare del comune di Teggiano.
Narrano infatti alcuni cronisti che in un tempo lontano un incendio divampò nella cappella in onore di San Marco, ove è custodito un prezioso mosaico romano.
I contradaioli di S. Marco allora, per spegnere le fiamme iniziarono una generosa colonna caricando botti d’acqua sui basti degli asini ra “lu cursu”, e così contribuirono a salvare l’immagine sacra del Santo. Secondo altri l’origine del Palio risale al Medioevo quando i Sanseverino, potenti Signori di queste terre giocavano un ruolo di notevole importanza tra le contese dei Principi meridionali.
Narrano infatti le cronache del tempo che un incendio divampò nel castello, durante l’assedio di Federico d’Aragona, dodici anni dopo la congiura dei baroni del 1485; per spegnere le fiamme i contradaioli di S. Marco iniziarono una generosa colonna verso la valle ove scorreva “lu cursu” e, caricando botti d’acqua sui basti degli asini, contribuirono a salvare la roccaforte. A seconda della tesi che si predilige avremo che il Parroco o i Sanseverino indirono una sfida al centro della quale vi era una CORSA DI ASINI con in premio l’immagine del Santo.
Qualcuno tramanda che all’epoca la zona di San Marco era divisa in 12 rioni, (Angiolelle, San Salvatore, San Paolo, Pozzale, Boccarino, San Raffaele, Castagneto, Buco, S. Giovanni, Due Madonne, Processione, Tempa) e che la gara si correva alla lunga, cioè su un percorso che andava dal centro della Piazza di San Marco sino alla campagna, correndo sul pietrame delle strade sterrate, fangose e sconnesse.
Gli asini sono cavalcati e semplicemente incitati a correre da un fante per ogni contrada. L’abbinamento dei fanti alle contrade avviene rigorosamente per sorteggio.
Alla contrada vincitrice va il “MARCUS” del Palio di Teggiano un drappo con l’immagine del leone simbolo di S. Marco che, di anno in anno, passa al borgo vincitore. All’ultimo arrivato lu “fasulu” (fagiolo) che diventa occasione per far festa, l’anno dopo, nella speranza che la sorte lo affidi ad un’altra contrada.
Nell’ultimo quinquennio, per renderla ancora più avvicente, la formula è stata mutata, infatti oggi a contendersi l’edizione 2013, non saranno più i borghi di San Marco bensì scenderà in campo l’intera Teggiano con le sue frazioni Piedimonte, il Centro Storico (vincitrice dell’edizioni 2010-2011), Pantano (vincitrice dell’edizione 2008 -2009) San Marco (vincitrice dell’edizione 2012) e Prato Perillo vincitrice dell’ultima edizione